Professori poetici: Keating e il futurista Menon
Confesso un sentimento di amore e odio verso gli insegnanti controversi e carismatici alla Keating, il protagonista del film L’attimo fuggente. Meglio i professori apparentemente ordinari le cui qualità emergono nelle difficoltà straordinarie, come questa pandemia, che ha aperto gli occhi a tanti sul ruolo dell’insegnante nella società. Ma la sollecitazione di Cesare Sartori, lettore tenace, è troppo ghiotta: dalle terre di mezzo del primo Novecento arriva un precursore futurista di Keating, ovvero Gian Giacomo Menon, nato nel 1910 a Medea (Gorizia), allora territorio austroungarico, e morto nel 2000 a Udine, dove insegnò nel liceo classico Jacopo Stellini dal 1939 al 1968 (tra gli studenti: Giacomo Rizzolatti e Anna Bonaiuto). Giovanissimo, firmò con l’aeropittore Tullio Crali un manifesto di adesione al movimento di Marinetti, che apprezzò l’esordio di Manon, Il nottivago. Pesco
dal sito giangiacomomenon.it qualche cenno biografico: di famiglia socialista, animo irredentista, Menon si iscrisse al Partito fascista, restando antimilitarista. Professore carismatico e mondano, dopo i 50 anni visse in disparte, ingolfando i cassetti di poesie restate inedite e conservate in un fondo presso la biblioteca civica Joppi di Udine. Una piccola parte di esse ha trovato luce in volumi di anni recenti, tra cui Qui per me ora blu. Una vita per la poesia (1910-2000) edito da KappaVu nel 2013, da cui è tratta la poesia in pagina: sul circo e lo spettacolo, diversamente effimero, dell’amore.