L’ansia che mi devasta dopo la quarantena
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Caro Massimo, la quarantena è stata difficile per molti, ma per me è stata una benedizione... 45 anni, una storia finita dopo 11 anni di convivenza, cambiando città e lavoro per seguire lui. Poi mi chiede una pausa di riflessione lunga quasi due anni, io resto in attesa, e alla fine quando dice di volerci riprovare… scompare. Mi arrivano voci di una seconda storia già consolidata da tempo, praticamente da subito, anzi da prima, con una signorina di 20 anni più giovane di me. Cado nel baratro. Rientrata in Italia, non conosco più nessuno, non ho un lavoro, non ho una casa e non posso che tornare dai miei in un paesino dimenticato da Dio. Vado a vivere da sola (alla mia età, coi genitori proprio non si può), accetto lavori precari e malpagati, io che ho una laurea e un master. L’ansia mi uccide, mi sento frustrata e sospesa. Poi arriva la quarantena e la sospensione diventa una condizione normale per tutti. L’ansia mi passa, mi sento normale, continuo a non avere un lavoro, ma tanto ormai nessuno ce l’ha... e così passano due mesi di tregua dalla mia orribile vita. Il 4 maggio si ricomincia e ricominciano l’ansia e l’incertezza, ancora più forti di prima, vista la situazione generale. Forse affrontare tutto giorno per giorno può essere una buona idea? La dissolvenza non l’hanno ancora inventata nella vita reale… Forse posso sperare che arrivi un angelo che mi aiuti a ritrovare fiducia negli altri e nella vita, per non continuare ad amare paradossalmente le quarantene del corpo e dell’anima?
PER I DEPRESSI
Luana
e gli emotivi la
Fase Uno era decisamente più facile
della Fase Due. Se non sai gestire le
tue sensazioni è molto più agevole
far scattare un interruttore che dosare
una manopola. Chi soffre di
ansia da prestazione cessa di essere
ansioso nel momento in cui viene meno la prestazione,
cioè il contatto con il mondo esterno e con i suoi corollari
letali: il timore di fallire e la paura del giudizio. Tu ti
senti sconfitta solo quando il mondo è in movimento.
Appena il mondo si ferma, ritrovi la pace. Ma se le cose
stanno così, significa che il tuo disagio non è un dato
reale e oggettivo, ma una semplice costruzione della
mente. E, in quanto tale, cambiarla dipende soltanto
da te. Eri sola e disoccupata anche durante la clausura,
quindi a darti l’infelicità non è la mancanza d’amore o
di lavoro in sé, ma il senso di fallimento personale che
associ a quelle carenze. Ti giudichi e ti lamenti, auspicando
che la soluzione del tuo problema interiore arrivi
dall’esterno in modo casuale o miracoloso. Io invece
penso che arriverà solo quando sarai pronta ad accoglierla.
Quando cioè saprai mantenere anche in mezzo
agli altri la serenità che hai trovato nella Fase Uno,
proprio mentre a tanti altri la clausura forzata faceva
perdere la testa.
Dalla tua lettera sembrerebbe che tu non abbia mai
guidato realmente la tua vita: hai lasciato a un’altra
persona il compito di deciderla per te. Persino la famigerata
“pausa di riflessione” a cui si appendono tante
relazioni stropicciate, l’hai più subita che chiesta, e due
anni dopo eri ancora lì, ad aspettare che fosse lui a determinare
il vostro destino. Forse è
arrivato il momento che tu smetta
di scrutare l’orizzonte in attesa che
«MI CHIEDE UNA PAUSA, IO ASPETTO 2 ANNI POI LUI SPARISCE. IL LOCKDOWN MI HA DATO UNA TREGUA. ORA NON HO PIÙ FIDUCIA IN NIENTE»
arrivino i Nostri, perché ho una notizia
impegnativa e meravigliosa da
darti: i Nostri sei tu. L’angelo custode
di cui invochi l’intervento salvifico,
se esiste, è una energia che si trova
dentro di te. Quelli che hanno il tuo
carattere (con i quali in parte mi riconosco
anch’io) dovrebbero imparare
a mantenere le distanze anche a livello
psicologico, senza permettere agli
altri di invadere le loro emozioni e di
controllare i loro pensieri. Se ci riu
scirai, potrebbe finalmente iniziare un’altra Fase Due,
quella della tua vita.
Caro Massimo, ho 24 anni e sono stata felicemente fidanzata con un ragazzo per quattro. A gennaio inizio a frequentare una scuola a Londra, conosco un americano e perdo la testa. Tutto mi è crollato addosso: credevo di essere così certa dei miei sentimenti! Ho passato giorni interi a piangere al telefono con il mio ragazzo, perché volevo essere totalmente onesta e dirgli quello che mi stava succedendo. L’americano aveva dimostrato immediata attrazione per me e aveva iniziato a scrivermi e a chiamarmi dal primo giorno. Io all’inizio rispondevo freddamente, ma mi attraeva sempre di più. Così io e il mio ragazzo ci siamo presi una pausa reciproca perché io piangevo tutto il giorno e non mangiavo. Ho baciato il ragazzo americano ed è stato bellissimo. Lui però mi ha detto che aveva una complicata relazione con un’altra e non se la sentiva di impegnarsi con me. Figurati, altra disperazione. Ho passato un mese a piangere. Poi è arrivato il Covid, lui è tornato in America e io in Italia. Da allora gli ho scritto solo due volte (l’ultima un mese fa) e lui mi ha sempre prontamente risposto con gentilezza, ma senza che la conversazione proseguisse. Così ho deciso di non scrivergli più. Intanto ora dovrò rivedere il mio ex, a cui voglio un mondo di bene, ma so che non posso tornare con lui, confusa e instabile come sono. Che cosa dovrei fare? Vorrei tanto essere amata come mi amava il mio ex e innamorarmi come mi sono innamorata dell’americano. Sarà mai possibile? I miei genitori si sono traditi a vicenda e continuano a tirare avanti un matrimonio che non funziona. Io ho paura di finire così, di abituarmi, di non capirci più niente. Ho paura di diventare vecchia e non essere più innamorata. Io invece vorrei innamorarmi per tutta la vita.
Alice
E NON SARÒ IO a disilluderti, cara Alice. Credo che il
Covid, separando bruscamente la tua strada da quel ragazzo
americano, ti abbia risparmiato tanti strascichi.
Quella storia era nata già storta. Mentre tu, per lui, eri
stata immediatamente pronta a mettere in freezer un
legame forte e collaudato, lui per te non era affatto disposto
a rinunciare al suo, benché fosse ben più aleatorio
e complicato, o forse proprio per questo. L’effetto
di certi amori non ricambiati è di misurare la nostra
temperatura emotiva: tu adesso hai la consapevolezza
di che cosa puoi provare, quando sei veramente attratta
da qualcuno. Finora non avevi avuto
termini di paragone e magari immaginavi
che la relazione affettuosa col
tuo primo amore fosse la nota più
alta del pentagramma. Scompigliandoti
la vita, la pandemia ti ha permesso
di fare un corso accelerato di
educazione sentimentale. Ora sai che
cosa vuoi e sono sicuro che lo troverai.
Quanto poi a conservare quell’emozione
nel tempo, e con la stessa
persona, questa è un’altra storia, ma
credimi, è la storia di tutti gli esseri
umani.