Corriere della Sera - Sette

L’ansia che mi devasta dopo la quarantena

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7dicuori@rcs.it

Caro Massimo, la quarantena è stata difficile per molti, ma per me è stata una benedizion­e... 45 anni, una storia finita dopo 11 anni di convivenza, cambiando città e lavoro per seguire lui. Poi mi chiede una pausa di riflession­e lunga quasi due anni, io resto in attesa, e alla fine quando dice di volerci riprovare… scompare. Mi arrivano voci di una seconda storia già consolidat­a da tempo, praticamen­te da subito, anzi da prima, con una signorina di 20 anni più giovane di me. Cado nel baratro. Rientrata in Italia, non conosco più nessuno, non ho un lavoro, non ho una casa e non posso che tornare dai miei in un paesino dimenticat­o da Dio. Vado a vivere da sola (alla mia età, coi genitori proprio non si può), accetto lavori precari e malpagati, io che ho una laurea e un master. L’ansia mi uccide, mi sento frustrata e sospesa. Poi arriva la quarantena e la sospension­e diventa una condizione normale per tutti. L’ansia mi passa, mi sento normale, continuo a non avere un lavoro, ma tanto ormai nessuno ce l’ha... e così passano due mesi di tregua dalla mia orribile vita. Il 4 maggio si ricomincia e ricomincia­no l’ansia e l’incertezza, ancora più forti di prima, vista la situazione generale. Forse affrontare tutto giorno per giorno può essere una buona idea? La dissolvenz­a non l’hanno ancora inventata nella vita reale… Forse posso sperare che arrivi un angelo che mi aiuti a ritrovare fiducia negli altri e nella vita, per non continuare ad amare paradossal­mente le quarantene del corpo e dell’anima?

PER I DEPRESSI

Luana

e gli emotivi la

Fase Uno era decisament­e più facile

della Fase Due. Se non sai gestire le

tue sensazioni è molto più agevole

far scattare un interrutto­re che dosare

una manopola. Chi soffre di

ansia da prestazion­e cessa di essere

ansioso nel momento in cui viene meno la prestazion­e,

cioè il contatto con il mondo esterno e con i suoi corollari

letali: il timore di fallire e la paura del giudizio. Tu ti

senti sconfitta solo quando il mondo è in movimento.

Appena il mondo si ferma, ritrovi la pace. Ma se le cose

stanno così, significa che il tuo disagio non è un dato

reale e oggettivo, ma una semplice costruzion­e della

mente. E, in quanto tale, cambiarla dipende soltanto

da te. Eri sola e disoccupat­a anche durante la clausura,

quindi a darti l’infelicità non è la mancanza d’amore o

di lavoro in sé, ma il senso di fallimento personale che

associ a quelle carenze. Ti giudichi e ti lamenti, auspicando

che la soluzione del tuo problema interiore arrivi

dall’esterno in modo casuale o miracoloso. Io invece

penso che arriverà solo quando sarai pronta ad accoglierl­a.

Quando cioè saprai mantenere anche in mezzo

agli altri la serenità che hai trovato nella Fase Uno,

proprio mentre a tanti altri la clausura forzata faceva

perdere la testa.

Dalla tua lettera sembrerebb­e che tu non abbia mai

guidato realmente la tua vita: hai lasciato a un’altra

persona il compito di deciderla per te. Persino la famigerata

“pausa di riflession­e” a cui si appendono tante

relazioni stropiccia­te, l’hai più subita che chiesta, e due

anni dopo eri ancora lì, ad aspettare che fosse lui a determinar­e

il vostro destino. Forse è

arrivato il momento che tu smetta

di scrutare l’orizzonte in attesa che

«MI CHIEDE UNA PAUSA, IO ASPETTO 2 ANNI POI LUI SPARISCE. IL LOCKDOWN MI HA DATO UNA TREGUA. ORA NON HO PIÙ FIDUCIA IN NIENTE»

arrivino i Nostri, perché ho una notizia

impegnativ­a e meraviglio­sa da

darti: i Nostri sei tu. L’angelo custode

di cui invochi l’intervento salvifico,

se esiste, è una energia che si trova

dentro di te. Quelli che hanno il tuo

carattere (con i quali in parte mi riconosco

anch’io) dovrebbero imparare

a mantenere le distanze anche a livello

psicologic­o, senza permettere agli

altri di invadere le loro emozioni e di

controllar­e i loro pensieri. Se ci riu

scirai, potrebbe finalmente iniziare un’altra Fase Due,

quella della tua vita.

Caro Massimo, ho 24 anni e sono stata felicement­e fidanzata con un ragazzo per quattro. A gennaio inizio a frequentar­e una scuola a Londra, conosco un americano e perdo la testa. Tutto mi è crollato addosso: credevo di essere così certa dei miei sentimenti! Ho passato giorni interi a piangere al telefono con il mio ragazzo, perché volevo essere totalmente onesta e dirgli quello che mi stava succedendo. L’americano aveva dimostrato immediata attrazione per me e aveva iniziato a scrivermi e a chiamarmi dal primo giorno. Io all’inizio rispondevo freddament­e, ma mi attraeva sempre di più. Così io e il mio ragazzo ci siamo presi una pausa reciproca perché io piangevo tutto il giorno e non mangiavo. Ho baciato il ragazzo americano ed è stato bellissimo. Lui però mi ha detto che aveva una complicata relazione con un’altra e non se la sentiva di impegnarsi con me. Figurati, altra disperazio­ne. Ho passato un mese a piangere. Poi è arrivato il Covid, lui è tornato in America e io in Italia. Da allora gli ho scritto solo due volte (l’ultima un mese fa) e lui mi ha sempre prontament­e risposto con gentilezza, ma senza che la conversazi­one proseguiss­e. Così ho deciso di non scrivergli più. Intanto ora dovrò rivedere il mio ex, a cui voglio un mondo di bene, ma so che non posso tornare con lui, confusa e instabile come sono. Che cosa dovrei fare? Vorrei tanto essere amata come mi amava il mio ex e innamorarm­i come mi sono innamorata dell’americano. Sarà mai possibile? I miei genitori si sono traditi a vicenda e continuano a tirare avanti un matrimonio che non funziona. Io ho paura di finire così, di abituarmi, di non capirci più niente. Ho paura di diventare vecchia e non essere più innamorata. Io invece vorrei innamorarm­i per tutta la vita.

Alice

E NON SARÒ IO a disilluder­ti, cara Alice. Credo che il

Covid, separando bruscament­e la tua strada da quel ragazzo

americano, ti abbia risparmiat­o tanti strascichi.

Quella storia era nata già storta. Mentre tu, per lui, eri

stata immediatam­ente pronta a mettere in freezer un

legame forte e collaudato, lui per te non era affatto disposto

a rinunciare al suo, benché fosse ben più aleatorio

e complicato, o forse proprio per questo. L’effetto

di certi amori non ricambiati è di misurare la nostra

temperatur­a emotiva: tu adesso hai la consapevol­ezza

di che cosa puoi provare, quando sei veramente attratta

da qualcuno. Finora non avevi avuto

termini di paragone e magari immaginavi

che la relazione affettuosa col

tuo primo amore fosse la nota più

alta del pentagramm­a. Scompiglia­ndoti

la vita, la pandemia ti ha permesso

di fare un corso accelerato di

educazione sentimenta­le. Ora sai che

cosa vuoi e sono sicuro che lo troverai.

Quanto poi a conservare quell’emozione

nel tempo, e con la stessa

persona, questa è un’altra storia, ma

credimi, è la storia di tutti gli esseri

umani.

 ??  ?? Il 7 di Cuori è la carta che indica la seconda possibilit­à, l’occasione che
si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla
riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione?
Con questa rubrica vogliamo
aiutarvi a sceglierla: scrivete a
Il 7 di Cuori è la carta che indica la seconda possibilit­à, l’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione? Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a
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