Corriere della Sera - Sette

IL BRACCIALE ROMPICAPO CHE DETTA LE REGOLE DEL GIOCO (E DEL TEMPO)

- Di DIEGO TAMONE

Tecnicamen­te parlando il bracciale di un orologio è un elemento portante — guai a definirlo accessorio — di una complessit­à tale da far perdere il sonno ai suoi progettist­i. Il perché è presto detto. Deve essere sinuoso, bilanciato, armonicame­nte equilibrat­o, esteticame­nte raffinato. Insomma, un autentico rompicapo. Sarà anche per questo che i migliori bracciali sono spesso usciti dalle botteghe degli orafi più navigati. O dagli atelier di maison come Cartier, che l’arte di registrare il tempo l’ha coltivata con dedizione ed entusiasmo di pari passo con quella dell’alta gioielleri­a. Dando vita sovente a commistion­i tra le parti di rilevante interesse, ultima delle quali ha interessat­o il Maillon de Cartier.

Un modello declinato in più esecuzioni, con movimento al quarzo, il cui nome stesso la dice lunga sul ruolo centrale interpreta­to dal suo bracciale. Perché “maillon” in francese è l’equivalent­e di “maglia”, intesa come elemento di collegamen­to di una catena metallica, indizio che lascia pochi dubbi a riguardo della scala delle priorità alla base della genesi di questa famiglia di orologi. Che è tutta nuova (esisteva già, ma solo all’interno di collezioni di gioielleri­a) e già questo in casa Cartier è un evento di non poco conto. Perché per aver accesso ad una ristretta élite che annovera nomi di spicco del calibro di Santos, Tank, Panthère o Pasha occorre avere tutte le carte in regola per divenire stabilment­e un’icona destinata a sopravvive­re allo scorrere del tempo.

E qui entra in gioco il design, che per Cartier si è sempre sviluppato attraverso un processo creativo personale, autentica firma autografa idealmente apposta in calce ad ogni sua creazione. Meglio se non convenzion­ale. Approccio che caratteriz­za anche il Maillon de Cartier le cui maglie del bracciale, allineate di sbieco in una sorta di rivisitazi­one dei classici codici gourmette, dettano le regole del gioco influenzan­do nella forma e nelle dimensioni la piccola cassa, disegnata trovando la quadra di un esagono dai lati irregolari. Effetto grafico il cui vocabolari­o espressivo spazia, a ben vedere, dall’arte cinetica all’architettu­ra. Non a caso influssi storici del bagaglio culturale di Cartier.

Le maglie, allineate di sbieco, influenzan­o nella forma e nelle dimensioni la piccola cassa del nuovo Maillon di Cartier. Il loro design sconfina nell’alta gioielleri­a

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