ANIMAL CROSSING DENTRO LA CONSOLE C’È UN’ISOLA POST CAPITALISTA
Il segreto del successo di Animal Crossing: New Horizons è tutto nel tempo. Soprattutto nel momento in cui, per l’emergenza sanitaria, lo spazio è diventato un “bene” limitato. Il gioco rilasciato da Nintendo per la console Switch lo scorso 20 marzo ha intanto avuto il merito – del tutto casuale, come ci ha confermato l’azienda – di arrivare sul mercato esattamente quando il mondo ne aveva bisogno. Ma si può avere bisogno di un videogioco? In un certo senso sì, perché nel momento in cui relazioni e impegni si trovano per necessità a dover fare i conti con limitazioni oggettive, uno spazio pur digitale di confort diventa un’esigenza primaria.
Il tempo scorre placido
E qui veniamo al secondo merito di Animal Crossing, questa volta intrinseco, legato allo scorrere del tempo: nella placida isola che il gioco ci assegna, e dove viviamo in compagnia di allegri animali antropomorfi, lo scorrere della giornata è parallelo a quello reale. Ma avviene in un mondo dove non esistono veri scopi da raggiungere, dove lo stress è un concetto sconosciuto – anche se abbiamo stipulato un mutuo con il placido banchiere-procione Tom Nook per acquistare casa, nel gioco questo impegno non prevaricherà mai le nostre disponibilità economiche – e dove esistono impegni giornalieri come bagnare le piante o andare a pescare, che aiutano a scandire il passare delle ore – anche nella vita
reale – ma senza alcuna pressione.
In molti noteranno l’impietoso parallelo con l’ansia e la confusione che invece contraddistinguono le giornate regolate dalle misure anti Covid-19. Nel gioco infatti è anche possibile invitare amici e parenti sulla propria isola e organizzare con loro diverse attività, che possono andare dal semplice scambio di rape – uno dei beni base del gioco – fino a mettere in scena un matrimonio. Il tutto anche in modo asincrono, cioè senza la necessità della presenza sul gioco nello stesso momento. No stress, appunto. La somma di tutti gli aspetti di questo timing perfetto è un risultato che Nintendo stessa fatica a inquadrare. Più di 12 milioni di giocatori raccolti in meno di due mesi, e una spinta senza precedenti sui risultati economici annunciati a inizio mese dall’azienda: +41% di profitti anno su anno. Tutti motivi che hanno portato Animal Crossing a essere battezzato il gioco perfetto durante il lockdown.
Incontro di artisti
La realtà va anche oltre il contenuto giusto al momento giusto: la serie Animal Crossing fin dalla sua nascita, era il 2001 in Giappone, ha avuto il merito di saper parlare a tutti. Giocatori e non giocatori, bambini, ragazzi e adulti: una confort zone dove – non esistendo obiettivi predefiniti – ognuno ha modo di ritagliarsi spazi, modi e tempi a sua misura. Dove, appunto in antitesi a quanto succede fuori, si è del tutto padroni di quanto accade. E così la vita sulle isole si anima nei modi più disparati e personali. L’avatar dell’attore Elijah Wood è stato immortalato mentre si recava sull’isola di una fan per vendere rape (il cui listino varia, come nelle diverse borse), mentre la politica americana Alexandria
Ocasio-Cortez sta sfruttando la piattaforma per fare visita alle famiglie del Paese, andando – tramite i biglietti aerei del gioco – nelle loro isole. E mentre la Maison Valentino realizza in digitale per gli abitanti delle isole i propri capi d’alta moda, il Met di New York – come molti altri musei – ha portato nel gioco le proprie opere in occasione della Giornata mondiale dello scorso 18 maggio.
Ci sono poi professori che tengono lezioni sulla propria isola,