IL SUDORE DI DAVE GROHL O I CONCERTI STERILIZZATI
Concerti annullati, suonatine casalinghe e voucher per sostenere i promoter sono l’attualità. Tutta l’estate musicale è spostata all’anno prossimo. La normalità è lontana, ma la crisi di astinenza si fa sentire. «Ho una gran fame di un vecchio piattone di rock and roll sudato e spacca-timpani dal vivo. Quello che ti fa battere il cuore, muovere il corpo e rimescolare l’anima con passione», ha scritto Dave Grohl, il leader dei Foo Fighters, per l’Atlantic. Il rocker è ottimista, dice che torneremo ai concerti perché «lo dobbiamo fare. Non è una scelta. Siamo umani. Abbiamo bisogno di momenti che ci rassicurino di non essere soli. Che siamo capiti. Che siamo imperfetti. E, cosa più importante, che abbiamo bisogno gli uni degli altri». Anche del sudore, delle grida, dello stare schiacciati alle transenne.
A meno che qualcuno non pensi di sterilizzare l’esperienza. Non con ologrammi o dirette via social, ma con una bella tutina da astronauti. Come quella inventata da Production Club, studio di design californiano. Si chiama Micrashell e l’hanno definita «un equipaggiamento personale e protettivo che permette la socializzazione senza il distanziamento». Tessuto tecnico, un casco che filtra e purifica l’aria, connessioni con ogni device, un sistema audio che permette di selezionare quali voci, rumori e suoni ascoltare, connettori per bere e svapare, telecamere e indicatori di emozioni a led. Trattandosi di un giubbino nessun ostacolo (ma il casco?) per i rapporti sessuali. Piuttosto che un concerto così intabarrato, me ne sto a casa ancora un po’.