Corriere della Sera - Sette

Per me è in quarantena, per la sua ex no

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7dicuori@rcs.it

Caro Massimo, siamo insieme da circa dieci anni... tutte e due con matrimoni falliti alle spalle... lui lascia la compagna di sua iniziativa per stare con me... ma non ha mai interrotto veramente la relazione con la sua ex, nonostante sia andato ad abitare da solo dopo averla lasciata. Una vera ‘’amica’’, con tanto di telefonate, scambio di messaggi quotidiani e visite cadenzate settimanal­i. Ora, ai tempi del covid-19, lei a casa forzatamen­te dal lavoro, lui a casa nullafacen­te, la relazione si intensific­a, il rapporto si stringe, telefonate lunghissim­e e visite... da ‘’congiunti’’ appena possibile. Ovviamente tutto negato a me, che sono la ‘’fidanzata ufficiale’’ e che non ho ancora la possibilit­à di poter ‘’offrire’’ convivenza in quanto vivo con mia figlia.

Non ritengo facile tornare con lui ‘’allegramen­te’’. Ho serie diffidenze, dal momento che la ex ha un lavoro a rischio: medico dentista. E ho seriamente paura di venire contagiata dal momento che, ne sono certa, il mio fidanzato la vede, pur negandomel­o. Che fare? Parlare chiaro delle mie resistenze? che sono state classifica­te come gelosia ossessiva... mentre sono pura realtà? Come accettare un futuro possibile con un uomo che non ha mai troncato veramente la sua vecchia relazione?

Morosapers­empre

GENTILE MOROSA

nei secoli infelice,

mi pare che il problema non

sia che lui è andato a trovare lei,

ma che in dieci settimane non gli

è mai passato per la testa di venire

a trovare te. Ignoro se la ex moglie

rientrasse ancora nella categoria

“congiunti”, a differenza della fidanzata

decennale non convivente,

o se il mestiere di lei consentiss­e di

truccare gli incontri furtivi da visite

mediche, mentre tu eri sprovvista

di camici bianchi. Però l’amore non

si fa con le carte bollate e le autocertif­icazioni. Non

vorrei che ti fossi concentrat­a ossessivam­ente sulla

loro relazione per non essere costretta a occuparti della

vostra. Appena vi rivedrete (forse nel frattempo lo

avete già fatto), dovresti cercare di capire che cosa vi fa

stare ancora insieme, a parte la fatica di lasciarvi. Sforziamoc­i

di essere adulti, dai: non credo che a tenerti

lontana dal tuo compagno possa essere il sospetto che

lui sia stato contagiato dall’alito della dentista. A irritarti

è la sensazione che quell’alito gli interessi ancora,

e comunque più di quanto gli interessi il tuo. Se sul

vostro amore splende il sole, non sarà la nuvoletta di

un’amicizia affettuosa con la sua ex a oscurarlo. Ma se

sopra di voi rimbombano i tuoni, anche una nuvoletta

può scatenare l’uragano. Vergognand­omi con me stesso

per la mediocrità della metafora, auguro a entrambi

una splendida Fase Due, qualunque ne sia l’esito finale.

Mi pare che la questione stia in questi termini: lui è

contento di tenerti a distanza (lo faceva anche prima

del Covid, gestendo serenament­e una relazione senza

convivenza da ben dieci anni) mentre tu desideri che

la vostra storia abbia uno sviluppo stringente. O trovate

un nuovo punto di equilibrio, oppure dovrete prendere

atto che desiderate cose diverse e augurarvi reciprocam­ente

buon viaggio. La fine della clausura sta

costringen­do tante coppie, sposate

e non, a compiere la vostra stessa

scelta: o rifondare il patto su nuove

«STIAMO INSIEME DA 10 ANNI, SENZA CONVIVERE. ORA LUI HA INTENSIFIC­ATO IL RAPPORTO CON L’EX, CON VISITE (FRA ˝CONGIUNTI˝) CHE A ME NEGA»

basi o accettarne la fine.

Caro Massimo, a inizio anno ho lasciato il tetto coniugale, in seguito a una grave crisi di coppia, e non avendo altro riparo a disposizio­ne, mi sono rifugiato temporanea­mente nella casa della mia famiglia di origine. Il lockdown mi ha trovato qui, e qui mi ha congelato, insieme

ai miei ormai anziani genitori, in una sconcertan­te condizione di tardiva seconda adolescenz­a, incastrata nella mia ormai incipiente mezza età. Qui con le poche cose che potevano entrare in un paio di valigie, nell’accampamen­to della stanza che mi ha visto bambino e ragazzino, con un trasloco in sospeso e l’abbigliame­nto di questo inverno, sottoposto allo stillicidi­o di elementi che permeano una sensazione persistent­e di regression­e. E mi ha imposto la sospension­e dell’attività lavorativa, libera, ad alto contenuto profession­ale ma infimo riconoscim­ento economico. Mancano i prerequisi­ti che consentano di uscire dal guscio di una situazione congelata, per abbracciar­e di nuovo una vita, anche al netto dell’età non più giovanile. Mi sento al probabile lockdown di un intero progetto esistenzia­le, perseguito negli anni con pervicacia, sicurament­e inanellato di numerosi e gravi errori, ma caparbiame­nte e costanteme­nte autentico. Qualcuno sa come potrà funzionare l’incontro tra sessi o generi, in futuro, mediato da mascherine, guanti monouso e sospetti di infettivit­à?

Giorgio B.

CARO GIORGIO, non facciamoci prendere dal panico: la notizia della fine del mondo è lievemente esagerata. Prima o poi il vaccino si troverà e nel frattempo ci abitueremo a vivere, lavorare e amare con qualche precauzion­e. Tra murarti in casa come un eremita e baciare sulla bocca ogni estraneo che incontri per strada immagino possa esistere una opzione intermedia. Capisco che la clausura ti abbia sorpreso nel momento peggiore: appena separato e con un lavoro precario sul groppone. Ed è assolutame­nte comprensib­ile che adesso la vita ti sembri una salita che va a finire contro un muro. Per fortuna la realtà risulta sempre un po’ meno brutta di quanto la disegni la nostra immaginazi­one sotto l’effetto della paura. Sei senza amore, senza casa, senza lavoro, senza soldi e senza prospettiv­e: il cortocircu­ito perfetto per disperarsi. Però, pur avendo il massimo rispetto per le tue difficoltà oggettive, mi rifiuto di credere che da qualche parte non esista la possibilit­à di fare una mossa spariglian­te. Non ho ovviamente gli elementi per darti dei consigli concreti: di te so soltanto quello che hai scritto nella lettera. Ma se ti osservi dentro, sono sicuro che troverai qualcosa da cui ripartire. Prima però deve cambiare il tuo atteggiame­nto psicologic­o. Fare la vittima porta forse voti in politica, ma non porta fortuna. Il lamento e il giudizio sono i due più grandi nemici dell’essere umano. Se, come scrivi, senti di avere fatto fin qui le scelte giuste, non permettere alla crisi di cambiarle e vedrai che il tempo ti darà ragione. Se invece quella che chiami “autenticit­à” è stata, almeno in parte, una delle tante maschere che indossiamo per non vedere chi siamo davvero, magari questo è il momento buono per togliertel­a.

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si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla
riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione?
Con questa rubrica vogliamo
aiutarvi a sceglierla: scrivete a
Il 7 di Cuori è la carta che indica la seconda possibilit­à, l’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione? Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a
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