Quote e lotte controproducenti? No, sono necessarie
Cara Lilli, Silvia (Aisha) Romano con il suo messaggio agli amici di non arrabbiarsi per difenderla in quanto «il peggio è passato», ha dato un sonoro schiaffo morale a tutti gli odiatori, siano essi politici, giornalisti o semplici conigli da tastiera. Lei che ha vissuto l’inferno per 18 mesi compatisce tanta gratuita acrimonia, e si preoccupa per i suoi amici.
Mauro Chiostri mauro.chiostri@virgilio.it
CARO MAURO, gli attacchi degli haters contro Silvia Romano sono stati ignobili. Abbiamo letto opinioni vergognose sul suo aspetto fisico, sulla sua nuova fede, sui soldi del riscatto prima ancora che lei potesse dare spiegazioni.
Vederla viva nell’abito islamico verde piuttosto che in un video con una tuta arancione e con la gola sgozzata deve essere motivo di grande gioia, per tutti. Le sue scelte personali non ci riguardano.
L’accanimento nei suoi confronti è stato talmente feroce e non solo virtuale (ricordiamo le bottiglie lanciate contro la sua finestra), da indurre le forze dell’ordine a metterla sotto protezione. Dovremmo invece indignarci e ribellarci a una società che sembra aver sdoganato ormai la violenza completamente gratuita nei confronti di una giovane donna e di una povera vittima.
Cara Lilli, lavoro da molti anni nel settore forse più maschilista di tutti, la finanza, pertanto so perfettamente che essere donna è considerato tuttora un handicap. Tuttavia ritengo che la tua insistenza a farne una lotta di genere sia controproducente, così come lo sono le umilianti quote rosa.
È una questione culturale: finché ci ostineremo a categorizzare la società in uomini e donne, sposati e non, bianchi e neri, eterosessuali, Lgbtq, etc, non arriveremo da nessuna parte.
La società è formata da individui e le uniche due categorie meritevoli di legislazione speciale sono i bambini e i disabili, in quanto soggetti deboli. Se reclamiamo le quote rosa, sottoscriviamo la nostra presunta debolezza. Inoltre purtroppo le poche donne che ce la fanno, non sempre brillano per capacità: Lagarde in pochi secondi ha provocato il crollo del secolo e minato la credibilità della Banca Centrale Europea, costruita magistralmente da Mario Draghi.
In conclusione, il tuo esempio di donna arrivata è di per sé il miglior contributo che dai. Le donne non hanno bisogno di avvocati, ma solo di esempi, come tutti.
Gabriella Sartor gabrysartor62@gmail.com
CARA GABRIELLA, se nella storia avesse prevalso la sua opinione, cioè che la società è fatta di individui che devono combattere ciascuno da solo la propria battaglia, avremmo ancora la schiavitù, le giornate di lavoro in fabbrica e in miniera di sedici ore senza tutele, il carcere per gli omosessuali. E le donne non avrebbero il diritto di voto.
Le discriminazioni ci sono e vanno combattute, fingere che non esistano è nella migliore delle ipotesi vigliaccheria, nella peggiore connivenza.