Corriere della Sera - Sette

I CONTAGI AL MINIMO MA L’ECONOMIA CADE LA MALEDIZION­E GRECA

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Grazie all’intervento di un infettivol­ogo lungimiran­te, il Paese è stato chiuso prima di essere travolto dagli effetti del Coronaviru­s: i morti sono, in proporzion­e, un decimo di quelli registrati in Italia. Eppure le previsioni della Commission­e europea restano nerissime e prevedono un calo record (9,7 %) del prodotto nazionale

Dirà pur qualcosa di una nazione che si era abbandonat­a a ogni sorta di incantator­i, urlatori e distributo­ri di prebende che dell’uomo più popolare oggi non aveva mai sentito parlare nessuno. Non uno, fuori dalle sue cerchie private e di lavoro. Quest’uomo ha una voce pacata, quasi flebile, indossa abiti ordinari e a volte un po’ stazzonati, è nato in Australia figlio di emigranti, prima che la famiglia tornasse nel suo Paese. È venuto dalla condizione più umile per arrivare a studiare e lavorare a Harvard e al Massachuse­tts Institute of Technology, ma fino a poche settimane fa in Grecia viveva come uno sconosciut­o.

Lo sconosciut­o

Pochissimi avevano sentito nominare il 54enne professor Sotiris Tsiodras, fino a quei giorni di febbraio in cui dalla Lombardia era divenuto chiaro che Covid-19 stava iniziando la sua marcia sull’Europa. In quel momento Tsiodras, un infettivol­ogo di Atene con sette figli e una passione per gli inni religiosi bizantini, ha deciso di contattare direttamen­te il suo governo. A Kyriakos Mitsotakis e alla sua squadra al Maximou, la residenza del premier dietro piazza Syntagma ad Atene, Tsiodras ha spiegato che non dovevano perdere un’ora di più. La Grecia non aveva altra scelta che anticipare il virus prima che il virus la travolgess­e. Più di dieci anni di austerità avevano fiaccato il sistema sanitario e ridotto le corsie di terapia intensiva in uno stato che avrebbe reso ingestibil­e un’ondata di contagi nel Paese, se fosse arrivata.

Oggi questo infettivol­ogo è l’appuntamen­to fisso delle sei del pomeriggio per un’intera nazione incollata alla tivù. All’inizio la destra gli aveva fatto la corte e la sinistra lo guardava con sospetto, giusto per l’alone di conservato­rismo che gli viene dalla fede greco-ortodossa e dai sette figli; poi lui ha avuto parole di comprensio­ne per i rom e i rifugiati ammassati nelle isole dell’Egeo, e tutti hanno capito che Tsiodras non appartiene a nessuno. Solo al partito della scienza e della competenza. L’uomo del momento non divide, non risveglia invidie, piuttosto incarna un nuovo senso di orgoglio di un Paese che si è dimostrato più lungimiran­te, più disposto al sacrificio e dunque più al riparo della pandemia rispetto ai parenti ricchi dell’Unione europea.

Quando Tsiodras appare alla tivù di Stato è sobrio, preciso, pieno di sensibilit­à quando parla dei malati e del personale negli ospedali. Soprattutt­o, è creduto da tutti senza fiatare. Senza ombra dell’esibizioni­smo di alcuni degli esperti italiani. Lontano anni luce dal clima da resa dei conti e recriminaz­ioni incrociate fra autorità che segna la vita quotidiana sotto il virus in Italia. La Grecia oggi è una nazione sofferente ma pacificata.

La serrata

Mitsotakis, discendent­e di una famiglia con quattro quarti di nobilità politica in Grecia, ma formatosi a Stanford e a McKinsey, ha il merito di aver capito subito che doveva anticipare gli eventi invece di rincorrerl­i. Prima che l’epidemia dilagasse, il premier ha dispiegato una delle serrate più tempestive, rapide e radicali d’Europa: l’indice dell’Università di Oxford sul livello di restrizion­e dei regimi di lockdown il mese scorso ha messo l’Italia a quota 68,7, la Germania a 65 e la Grecia a 77. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, ancor più notevoli data la fragilità di un Paese il cui reddito era arrivato a crollare del 29% dal 2009 (prima di una ripresa negli ultimissim­i anni). Anche se la Grecia

non è riuscita a fare tanti test, non avendo i mezzi di procurarsi reagenti in quantità, senza dubbio la reazione veloce del governo ha funzionato: alla prima metà di maggio, in proporzion­e alla popolazion­e, il numero dei morti è meno di dieci volte di quello della Svezia, della Francia o dell’Italia e poco più di un decimo rispetto a quello ufficiale dalla Germania. Nei tre giorni attorno al 20 maggio un Paese di oltre dieci milioni di abitanti ha registrato appena 16 nuovi casi e 22 malati in terapia intensiva. Alex Patelis, consiglier­e economico del premier Mitsotakis, spiega che dietro questa scelta c’è un obiettivo: «Più un Paese ha successo nel combattere la pandemia, più forte sarà la ripresa. Quelli che faticheran­no a togliere il lockdown subiranno una pressione economica maggiore», sostiene.

Il rilancio

Adesso sta lentamente iniziando la fase di rilancio con la riapertura delle spiagge. Il primo giugno, in un’area di Atene che per ora resta un segreto nazionale, inizia le proiezioni il primo cinema in modalità “drive in”. Soprattutt­o a metà del prossimo mese l’aeroporto di Atene e dal primo luglio tutti gli scali greci riaprono ai voli dalla Bulgaria, dalla Germania e da una lista per ora ristretta di Paesi dell’Europa del Nord i cui dati epidemiolo­gici siano giudicati accettabil­i. A chi sbarca non sarà richiesto né di affrontare un test, né di sottoporsi alla quarantena. Senz’altro è un rischio, ma il Paese oggi non ha altra scelta. Dietro l’angolo di questa stagione di coesione e fierezza ritrovate, per la Grecia si sta riaffaccia­ndo lo spettro della povertà. La Commission­e europea prevede quest’anno un crollo del prodotto nazionale del 9,7%, il più profondo d’Europa perché il PaNon

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Sotto il mercato del pesce della capitale greca. Qui sopra piazza Omonia, ristruttur­ata di recente,
che si trova nel centro della città
Dall’alto una visione dell’Acropoli di Atene vista dalla Biblioteca di Adriano, inaugurata nel 132 d.C.. Sotto il mercato del pesce della capitale greca. Qui sopra piazza Omonia, ristruttur­ata di recente, che si trova nel centro della città
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