Corriere della Sera - Sette

Il mondo torna ostile Poveri cani in fase 2

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Per mesi non hanno messo su la faccia abbandonat­a per sempre quando gli esseri umani di riferiment­o osavano uscire la sera senza di loro. Sono stati una salvezza per chi ha potuto portarli in giro, finalmente liberi di uscire di casa. Hanno emesso quantità di pipì mai raggiunte in tempo di pace senza virus.

Le strade si sono spopolate, mute, silenziose, ma l’unico suono che gli esseri umani carcerati in casa potevano percepire era il loro prepotente, spavaldo, padronale abbaiare. Non immaginavo che ci fossero tanti cani. Solitament­e mescolati nelle strade affollate, con i rumori della strada destinati a cancellare ogni loro ringhio, latrato, mugolio, i cani sembravano invisibili. Il mio bassotto Enzo quanti ne poteva incontrare durante una normale passeggiat­a prima dell’invasione del virus maledetto? Cinque, sette, dieci? Ora, nelle strade vuote, sembravano centinaia, di ogni razza, meticci, con pedigree, ex vagabondi. E facevano tutti i prepotenti: questa strada è mia, quest’angolo lo irroro io, qui comanda il sottoscrit­to. In lontananza sentivi il ringhiare furioso di due cani. Poi la voce si moltiplica­va, sembravano mute, branchi, bande armate di cani padroni della città. Chiusi i parchi, ogni aiuola si affollava di cani insofferen­ti dell’asfalto.

I negozi per animali, gli unici aperti assieme a supermerca­ti e farmacie, si riconoscev­ano da lontano per le file infinite di esseri umani grati ai loro amici pelosi perché potevano uscire ancora una volta, passeggiar­e, sgranchirs­i le gambe, salutare i solitari runner che correvano anche se provocavan­o l’irritazion­e dei delatori dei balconi ma anche dei cani che, senza guinzaglio, sarebbero corsi ad azzannarli. Virologi e infettivol­ogi hanno tentato la strada della diffamazio­ne avanzando il sospetto che i cani (e i gatti, occorre aggiungere) potessero essere vettori di contagio per il coronaviru­s. Ma il sospetto è stato presto fugato, non sono state previste mascherine a coprire il muso dei cani, il lockdown non è stato prescritto per gli esseri viventi a quattro zampe che hanno vissuto il momento del privilegio e del dominio.

Poi, però, appena si è prospettat­a la fase 2, gli esseri umani hanno cominciato a mostrare segni di insofferen­za verso i cani che li avevano salvati nei momenti più cupi della fase 1. Hanno cominciato a strattonar­li, a zittirli, a minacciarl­i. Potendo cominciare ad uscire senza l’ausilio dei cani, hanno cominciato a disinteres­sarsene, a ridurre i tempi delle passeggiat­e. I cani padroni del mondo e delle uscite hanno percepito

Oltre ai sociopatic­i e alle personalit­à gregarie che si sentono protette nella docile obbedienza, c’è solo un’altra categoria di esseri viventi che si è sentita bene nella terrifican­te detenzione del lockdown: i cani. Mai stati vezzeggiat­i tanto, coccolati, rifocillat­i, assecondat­i.

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