Corriere della Sera - Sette

OLIVE, ALICI E TANTO GUSTO NEI PACCHERI CILENTANI

- Di ANGELA FRENDA foto di STEFANIA GIORGI

Chi mi segue lo sa: amo la cucina povera. Quella fatta di piatti semplici e regionali. Ecco perché la ricetta che vi propongo oggi ha il sapore delle mie vacanze nel Cilento, quando dopo una giornata di mare ci rifugiamo in qualche paesino arroccato in collina alla scoperta di osterie dove ancora si fa la cucina più vera e autentica. I paccheri alla cilentana sono appunto una ricetta di quel tipo: perfetta, sempre, nella sua essenziali­tà. Che parte proprio dalla scelta del formato di pasta: i paccheri. Ma volendo seguire la tradizione più ferrea esiste un tipologia tipica di pasta che andrebbe usata: i fusilli fatti con il ferretto. In ogni caso, per chi si volesse cimentare nella pasta fatta a mano, la cosa migliore è senza uova: semola di grano duro e acqua. Solo così riuscirà ad avvolgere bene, senza asciugare più del dovuto, un condimento che è fatto da elementi secchi. In questa ricetta inoltre diventa fondamenta­le la mantecatur­a in padella: quando si aggiunge la pasta va messa anche un po’ d’acqua di cottura, non dimenticat­elo, e se si vuole un filo d’olio per rendere il tutto più cremoso.

Si tratta in ogni caso di un piatto poverissim­o fatto da pochi ingredient­i: pane raffermo, olive e alici. E che rappresent­a un viaggio lungo le coste del Cilento. Un po’ un omaggio a quei prodotti che lo caratteriz­zano di più: le olive nere di Gaeta, appunto, e le alici messe sotto sale. Ma che al tempo stesso si presta a tantissime rivisitazi­oni. Un punto importante è proprio il soffritto. Perché non provare, ad esempio, a utilizzare l’aglio nero a fettine per dare quel sapor affumicato che potrebbe essere interessan­te? Oppure aggiungere la scorza del limone per rendere il tutto ancora più fresco.

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