Cara lettura profonda ritrovata
L’avevo “assaggiato” a spizzichi e bocconi ma una lettura profonda (deep reading )è tutt’altra cosa: è come entrare nella cucina della grande letteratura e farsi trascinare per mille pagine da uno humour irresistibile. Che meraviglia! Colpa mia o colpa degli strumenti digitali se abbiamo bisogno di un evento traumatico per ritrovare un antico rapporto con la pagina scritta? Il mondo iperconnesso in cui viviamo ci sta abituando a una lettura diversa: per rispondere agli stimoli del computer, infatti, stiamo alterando rapidamente processi cognitivi che si erano collaudati in secoli di consuetudine con i libri.
Non si tratta qui di affrontare una questione di merito o di nostalgia (ah, il profumo della carta stampata!), ma di capire la diversità, di riflettere sui cambiamenti indotti nella lettura dall’immersione nel mondo digitale.
Un paio d’anni fa, è uscito un interessantissimo libro della neuroscienziata Maryanne Wolf, Lettore vieni a casa. Il cervello che legge in un mondo digitale (Vita e Pensiero) dove sono descritti i modi attraverso cui il nostro cervello si adatta ai cambiamenti per sopravvivere. La lettura è una funzione cognitiva, inventata solo 5.500 anni fa e gli uomini hanno dovuto «imparare a leggere», creando nel nostro cervello nuovi collegamenti tra strutture che presiedevano a visione, ascolto, cognizione.
Nell’antica Grecia, quando si passò da una cultura orale a una cultura scritta, Socrate mise in guardia la sua società contro l’apprendimento della lettura. Così ci ha tramandato Platone. Socrate credeva che la capacità di leggere e scrivere potesse alterare il tipo di memoria e i processi dimostrativi necessari ai giovani per approfondire e assimilare la conoscenza.
L’ambiente digitale sta cancellando la “lettura profonda” per imporne un’altra, non per questo meno interessante o “distratta”. Il nostro cervello sta facendo i conti con un’informazione facilmente accessibile, prontamente disponibile e ricca per arrivare a un processo di comprensione altrettanto profonda: trasformare l’orizzontalità multitasking in verticalità. Si adatterà? E quando?
Nei lunghi giorni della quarantena ho ritrovato il piacere della lettura e ho avuto il tempo di leggere in maniera immersiva un capolavoro come Il circolo Pickwick di Charles Dickens (uno degli inventori della serialità).