Corriere della Sera - Sette

L’ELEMOSINIE­RE IN MISSIONE OLTRE LE MURA

- Di GIAN GUIDO VECCHI

Non importa se abbiano fede o quale sia, cristiani, musulmani o altro. Soprattutt­o non importa che siano italiani o stranieri, clochard o anziani soli, gente che occupa un palazzo rimasto senza luce, famiglie sotto sfratto o di rifugiati o magari, com’è accaduto di recente, un gruppo di trans sudamerica­ne sul litorale romano di Torvaianic­a, ridotte in miseria perché la pandemia aveva fatto sparire i clienti. E pazienza se c’è sempre chi si stupisce o si scandalizz­a. «E certo che le abbiamo aiutate. Queste persone sono esseri umani che avevano fame. E siamo tutti figli di Dio». Tocca essere pazienti e spiegarlo ogni volta, e sì che non è difficile. «Vede, la risposta sta nel Vangelo. Pensi all’adultera, a tutte le persone rimaste ai margini. “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò”, dice Gesù. Lui per primo stupiva tutti, ogni santa giornata. E scandalizz­ava quelli che non capivano».

La multa

Da anni, non solo a Roma, chi sopravvive nel sottosuolo ha imparato a conoscere «padre Corrado», quel prete in clergymen un po’ liso, accento polacco e modi spicci, che attraversa le strade notturne su un furgone bianco targato «SCV» colmo di viveri e coperte. Magari non sospettano neppure che Konrad Krajewski sia un cardinale, l’Elemosinie­re del Papa, uno degli uomini più vicini a Francesco. Meglio non chiamarlo «eminenza», comunque. «Scherza? Quando fui consacrato vescovo e mi dicevamo “eccellenza” facevo pagare una multa di cinque euro per i poveri, adesso almeno dieci», ride.

Il 20 maggio 2018, dopo la messa, si stava mettendo qualcosa di comodo a casa mentre seguiva il Regina Coeli di Francesco in tv, «mi

preparavo ad andare in bici a controllar­e un appartamen­to per una famiglia di profughi di Aleppo», quando il Papa ha annunciato un concistoro per la creazione di nuovi cardinali e, dalla finestra del Palazzo apostolico, ha fatto pure il suo nome. Non glielo aveva detto, Bergoglio non avverte mai. Padre Corrado non ha fatto una piega, «la porpora non è per me, penso che il Papa abbia voluto darla ai poveri, agli scartati, sono loro ad essere importanti», ed è sceso a recuperare la bicicletta. Non ama parlare di sé stesso, «niente interviste, per carità», e in genere quello che fa si viene a sapere più tardi dai beneficiat­i, sempre che si venga a sapere. Il Discorso della Montagna, ovvio, «quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto». Al massimo si rassegna a spiegare ciò che per lui è la cosa più semplice del mondo: «Cerco solo di seguire l’esempio di Gesù. Mi chiedo: e adesso cosa farebbe Gesù al mio posto? Basta leggere il Vangelo. Perché, quando leggo la Scrittura, la Scrittura legge me stesso e la mia vita: se voglio seguire Gesù, le risposte arrivano subito».

Le affinità

Quand’era cardinale a Buenos Aires, capitava che Bergoglio prendesse un bus o un metrò per raggiunger­e i sobborghi delle villas miserias, e molte famiglie che lo ricevevano nelle baracche non avevano idea che quel prete «callejero», di strada, fosse l’arcivescov­o. Probabile che Francesco abbia intuito un’indole affine in quel sacerdote polacco ancora giovane, nato a Lodz alla fine del ’63, uno dei cerimonier­i pontifici. Nei suoi studi universita­ri romani, dopo la laurea in teologia, Krajewski aveva consesigil­li guito la licenza in liturgia e servito come cerimonier­e tre Papi, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e infine Francesco, ma per poco: cinque mesi dopo il conclave, nell’agosto 2013, il pontefice lo ha scelto per guidare l’Elemosiner­ia apostolica. Con un mandato preciso: «Tu non sarai un vescovo da scrivania». Per Bergoglio non è stato facile rassegnars­i ad abbandonar­e le abitudini di Buenos Aires, «quando dico al Papa “stasera esco in città”, c’è sempre il rischio che lui venga con me, è fatto così, all’inizio non pensava al disagio che si poteva creare». Così Krajewski è diventato «il braccio» di Francesco oltre le Mura vaticane. La carità del Papa è rivolta a chiunque soffra e ne abbia bisogno, «il mio compito è svuotare il conto della carità del Santo Padre. Se è vuoto, va bene. Grazie a Dio, ci sono sempre benefattor­i che tornano a donare». Si narra di centinaia di migliaia di euro spesi con discrezion­e per pagare bollette e affitti a famiglie sull’orlo dello sfratto, ma è inutile chiedere cifre. Un anno fa si calò in un tombino per rompere i

È gente che guadagnava in nero, ovviamente, magari ha problemi con i documenti e non può chiedere sussidi. È capitato che altre parrocchie segnalasse­ro problemi simili, prostitute che non avevano più nulla da mangiare. Così mi faccio dare l’Iban e verso tutto quanto è necessario».

La generosità

Dio vede e provvede, soldi e volontari continuano ad, arrivare. «Sto tornando da Napoli con ottantamil­a euro di farmaci, la gente va a comprare delle medicine e ne prende anche per i poveri, i farmacisti le mettono da parte, e non è

Nel pomeriggio il cardinale (non chiamatelo Eminenza) è sempre nelle cucine di Palazzo Migliori, accanto al Colonnato del Bernini: coi volontari prepara il cibo che la sera porta a Termini e Tiburtina. La gente che dorme lì la chiama «la minestra del Papa»

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Konrad Krajewski è nato a Lodz, in Polonia, il 25 novembre del 1963. E’ entrato in seminario nel 1982. Sei anni dopo si è laureato in Teologia all’Università cattolica di Lublino. Due anni dopo si è trasferito a Roma per proseguire i suoi studi. A marzo del 1993 ha conseguito la licenza in Liturgia.
CARRIERA
Il 12 maggio 1999 è stato nominato cerimonier­e pontificio e come tale ha servito tre pontefici: papa Giovanni Paolo II, papa Benedetto XVI e papa Francesco. Quest’ultimo lo ha nominato il 3 agosto di sette anni fa Elemosinie­re. È diventato cardinale il 20 maggio del 2018: «Questa porpora è per i poveri», ha commentato quando ha saputo la scelta di papa Francesco.
VITA Konrad Krajewski è nato a Lodz, in Polonia, il 25 novembre del 1963. E’ entrato in seminario nel 1982. Sei anni dopo si è laureato in Teologia all’Università cattolica di Lublino. Due anni dopo si è trasferito a Roma per proseguire i suoi studi. A marzo del 1993 ha conseguito la licenza in Liturgia. CARRIERA Il 12 maggio 1999 è stato nominato cerimonier­e pontificio e come tale ha servito tre pontefici: papa Giovanni Paolo II, papa Benedetto XVI e papa Francesco. Quest’ultimo lo ha nominato il 3 agosto di sette anni fa Elemosinie­re. È diventato cardinale il 20 maggio del 2018: «Questa porpora è per i poveri», ha commentato quando ha saputo la scelta di papa Francesco.
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Krajewski aiuta alcuni volontari a caricare ortaggi da
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Il cardinale Konrad Krajewski aiuta alcuni volontari a caricare ortaggi da portare ai poveri
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