Corriere della Sera - Sette

PAZIENZA, STUDIO, TEST IN CANTINA COSÌ È NATO IL CHIANTI DEL CLUB IPSUS

- Di LUCIANO FERRARO

Il club del super Chianti Classico si chiama Ipsus, come l’ultimo vino della famiglia Mazzei. Ci sono 700 persone, con un unico scopo: comprare, pagandolo 300 euro a bottiglia, il Gran Selezione che vuole innalzare qualità (e costo) del Chianti Classico. Il volto di questa operazione è quello di un ragazzo, Giovanni Mazzei, più giovane della sua carta d’identità. Ha 33 anni. Ne aveva 19 quando è iniziata la storia di Ipsus. Ancora non si era laureato a Milano, né aveva girato tra gli Stati Uniti e Hong Kong per lavorare nel mondo del vino.

«Nel 2006», racconta, «arrivò da noi un signore che ci offrì di acquistare una grande tenuta con un bosco e vigneti, 150 ettari. Era il cavalier Ezio Rivella». L’uomo che, con Castello Banfi, ha portato in America il Brunello di Montalcino. La tenuta in vendita era Il Caggio, con un borgo medievale. «La proprietà», spiega Giovanni, «è all’interno di Fonterutol­i, 350 metri d’altezza. Qui ci sono 6 ettari e mezzo speciali, una terra molto ventilata, a schiena d’asino. Abbiamo pensato che era adatta per un cru». Sono iniziati gli esperiment­i con le università di Firenze e Pisa, per ridurre i trattament­i sulle vigne, fino al 40% in meno del disciplina­re biologico. È stato messo a punto un sistema che stimola le difese immunitari­e delle piante, per abbandonar­e i prodotti chimici.

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