Sono sola, a 57 anni potrò cambiare?
7dicuori@rcs.it
Caro Massimo, la pandemia all’inizio mi ha dato pace e stabilità perché mi dicevo che anche gli altri vivevano la mia stessa condizione. Pulivo, cucinavo, leggevo e continuavo il mio lavoro (sono una docente), serena e felice del fatto che anche gli altri erano costretti in casa. Poi siamo tornati alla quasi normalità ... le spiagge si riempiono, via agli aperitivi, la gente esce, ma io no. Perché sono sola, non ho amiche, non riesco a farmene, non ho un uomo, non riesco ad approcciarmi, SONO SOLA. Questa è la condizione di molti, stranamente anche di chi si relaziona come me in un contesto scolastico tra prof e genitori e alunni ventenni, ma che cela la sua misantropia e asocialità molto bene. Mi sono chiesta tante volte perché la mia vita sia così, perché io sono così, e ovviamente so che la risposta è in me, nella mia vergogna, nella mia poca autostima, nel fatto che non mi piaccio e mai mi sono accettata e nel mio copione affettivo. Ma le chiedo, arrivati a 57 anni con il proprio bagaglio di insicurezze, con la paura degli altri, col timore di essere rifiutati, come si fa a rielaborare il tutto e guardare, come lei dice, con un’altra prospettiva la propria esistenza? Spero non cestini la mia lettera dopo un altro giorno passato a letto, perché la mia quarantena era solo un prolungamento della quarantena a cui sopravvivo ormai da un po’!
Rossana
ROSSANA SOLITARIA, la sua lettera contiene anche la risposta e mi rende il compito più facile. O più difficile. Nel senso che lei non si aspetta che io le dica che cosa fare (lo sa benissimo), ma come farlo. E qui, come un prestigiatore da strapazzo, potrei cavarmela tirando fuori dal cilindro uno dei miei conigli preferiti: la linea di minor resistenza. Lo farò, ma in breve (è una promessa). Cambiare abitudini costa concentrazione, tempo ed energia. L’essere umano, se non vi è costretto dal bisogno e dalla disperazione, tende a seguire la linea di minor resistenza, a reagire agli stimoli inserendo la modalità meno dispendiosa. Lei ha compreso benissimo che la sua solitudine non è il frutto di un complotto universale, ma di una sequela di scelte quotidiane dettate dalla paura del giudizio altrui e da un pregiudizio negativo verso sé stessa. Ma si chiede (e, ahimè, mi chiede): come faccio ad alzarmi la mattina sentendomi un’esploratrice anziché una vittima? Esistono molte tecniche per indirizzare la macchina psicofisica nella direzione voluta, ma richiedono fiducia e motivazione, perché i risultati sono lenti e contraddittori e, prima di arrendersi al nuovo modo di pensare, la mente vibra dei colpi di coda destabilizzanti. Al punto che la situazione, lungi dal migliorare, in una prima fase peggiora addirittura. Tradotto: appena lei comincerà a tenere i comportamenti giusti per incontrare gli altri, si ritroverà ancora più sola. E lì entreranno in gioco fiducia e motivazione: la linea di maggior resistenza. Il grande campione Alex Zanardi mi ha raccontato che la differenza tra un vincente e un perdente consiste proprio in questo: che il primo, quando non ce la fa più, tiene duro ancora un attimo, di solito proprio quello in cui l’altro crolla. Nella sua Fase 2 non basterà che lei faccia qualcosa che non ha mai fatto. Dovrà continuare a farlo anche quando quel qualcosa non le avrà ancora dato apparentemente dei risultati. Perché sarà in quell’istante che comincerà a darglieli.
«SENZA RELAZIONI E AUTOSTIMA, I MIEI STUDENTI NON MI BASTANO. MI VERGOGNO E NON SO COME SUPERARE IL TIMORE DI ESSERE RIFIUTATA»
Caro Massimo, ho 68 anni portati bene a detta di chi mi conosce, figlia unica, single, senza nessun parente stretto. Tre anni fa in vacanza ho conosciuto un uomo maggiore di me di 13 anni,
giovanile, sportivo, colto e benestante, che si trovava lì con la sorella, vedova senza figli. Entrambi vivono in una città distante dalla mia. nata così un’amicizia, seguita da una frequentazione mensile, diventata poi relazione l’anno successivo. Il coronavirus ha interrotto questa frequentazione. Tuttavia, la pausa mi ha dato modo di riflettere sul nostro rapporto e sui suoi punti deboli. Il principale: la presenza costante e opprimente della sorella. Vuole partecipare a tutte le nostre gite e quando siamo a casa continua a pretendere attenzioni e assistenza (ha una mobilità ridotta a causa di un passato intervento al piede). Pur avendo buone disponibilità economiche, non ne vuole sapere di assumere una badante che la aiuti nelle necessità quotidiane. L’estate scorsa, ha voluto seguirci in una breve vacanza in Grecia, condizionandola pesantemente. In pratica, siamo stati costretti ad adeguarci alle sue esigenze, accompagnandola tutti i santi giorni dal parrucchiere, o in farmacia o altrove, col risultato di non poter godere se non in minima parte della spiaggia. Il fratello si lamenta con me di questa situazione, che precedentemente ha fatto naufragare un’altra relazione, ma finisce sempre con l’assecondarla, non so se per amore, per quieto vivere o altro. Questa donna a parole ha molto affetto e considerazione per me, mi ha regalato vestiti firmati e piccoli gioielli. Però nei fatti non ha mai considerato l’opportunità di fare un passo indietro. Durante i mesi passati da sola a casa, mi sono sentita più leggera e libera, anche se ci sentiamo due volte al giorno. L’approssimarsi di possibili vacanze, sia pur con le limitazioni imposte dalla pandemia, mi sta suscitando forti dubbi. Spesso penso di troncare, pur riconoscendo che con questo uomo c’è intesa, stima e comunanza di interessi, cose che non avevo trovato nei miei
Èprecedenti rapporti.
Lory
CARA LORY LA DISPARI, sarebbe facile consigliarle di lasciar perdere il fratello di tanta sorella, ma lei non ne ha ancora nessuna intenzione. Però non abbia paura di sottoporlo a un aut-aut: o lei o me. Sarà un modo per tornare ragazzi. E lui potrebbe persino sorprenderci. Spiegando alla sorella che anche a ottanta anni una persona ha diritto a una sua quota di intimità e che i ménage-à-trois sono sempre molto complessi, figuriamoci quando due dei trois sono fratello e sorella. Dubito però che la sorella capirà. Avrebbe già dovuto arrivarci per conto suo. Il suo egoismo è umanamente comprensibile — ha paura di rimanere sola —, però le si chiede di accettare un piccolo compromesso. Voi abitate lontani e vi vedete una volta al mese, e poi una settimana all’anno per le vacanze. Sono negato in aritmetica, ma in totale fanno circa venti giorni. Tre settimane. Ecco, se il fratello ci tiene davvero a lei, cara Lory, dovrebbe dire alla sorella: io ti regalo in esclusiva quarantanove settimane all’anno, ma le altre tre lasciale a me (cioè a voi).
NON BASTERÀ CHE NELLA FASE 2 LEI FACCIA COSE CHE NON HA MAI FATTO. SERVIRÀ DI PIÙ. ASCOLTI IL CONSIGLIO DI ALEX ZANARDI...