Corriere della Sera - Sette

DIFENDERLA DAGLI ALTRI BAMBINI»

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immaginati, riascoltan­doli in macchina mi sono detta: ecco, sono io, al 100 per cento».

E nell’anno giusto arriva la pandemia a guastarle la festa...

«Ho passato tre anni in sordina e poi è arrivata questa cosa. Egoisticam­ente per un attimo ho pensato: che sfiga... Poi ho cercato di guardare al lato umano. Preferisco che abbia meno spazio la musica e pensare alla tragedia del coronaviru­s, a quello che accade in America con le tensioni razziali, al dramma degli indios. Tutto questo mi destabiliz­za a livello energetico-emotivo». Quindi se non sono stati XF e il primo casting di Amici, quali sono le «scommesse fatte male» di cui canta in «Mi ricordo un po’ di me»?

«Quelle sulle persone. Credo nel casa ma c’era libertà. Quel titolo è più riferito al fatto che queste canzoni rappresent­ano il mio capitolo zero, canto le mie radici». «Chega» ha il testo in portoghese? Cosa racconta?

«L’ho scritta per tirarmi su, un mantra per autoconvin­cermi. È nata dopo l’incontro con il mio produttore Simon Says (Simone Privitera eravamo in un situazione lavorativa in cui non eravamo liberi di giocare, ne abbiamo parlato assieme a un compleanno di un amico e il giorno dopo in studio è nata la canzone. Parla del non stare bene in una relazione e del bisogno di uscirne. Ma c’è anche un sottotesto più generale che racconta dell’esigenza di uscire da quelle situazioni in cui ti senti nel limbo».

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