Azzolina e lo zero in informatica
un altro magnifico prodotto politico del Movimento 5 Stelle (quando Casaleggio padre minacciava di far diventare ministro il primo che scendeva dall’autobus, non scherzava).
Tutto l’enorme talento di Azzolina – naturalmente alcuni fuoriclasse grillini come Danilo Toninelli e Barbara Lezzi restano lassù, irraggiungibili – è esploso insieme al virus. Un crescendo tragicamente strepitoso, tra vaghezza e indecisione. «Scuole chiuse fino al 15 marzo». «Beh, forse un po’ di più». «Forse non fineremo l’anno scolastico». Forse, può darsi, chissà. Le sue ospitate nei talk così agghiaccianti, da scatenare prima i fratelli Guzzanti, Corrado e Sabina, con imitazioni e battute che hanno regalato qualche sorriso nei tragici giorni della quarantena, e poi qualche legittima curiosità: ma che curriculum avrà questa ministra? Siciliana di Siracusa, 37 anni, laurea in Filosofia e poi in Giurisprudenza, dal gennaio 2014 insegnante di ruolo all’istituto “Quintino Sella” di Biella, concorso vinto – non fate quelle facce – quando già era parlamentare grillina. E prendendo zero in Informatica. «È vero, ma la domanda era una sola: se conoscevo una certa formula Excel, e non la conoscevo». Qualche sospetto anche sulla tesi di specializzazione, scrissero che l’aveva scopiazzata. Matteo Salvini chiese dimissioni immediate, lei rispose che Salvini non ha mai aperto un libro (Salvini, per fugare questo vecchio dubbio, una volta aveva già postato su Twitter le copertine di due libri: che, però, dovevano ancora uscire; da qui la battuta a Montecitorio che «Salvini legge i libri del futuro»). Comunque Azzolina non si è dimessa e guiderà la ripartenza dell’Istruzione di questo Paese anche dopo l’estate. Come? Girano molte ipotesi. Inizialmente le lezioni potrebbero tenersi nei parchi, oppure nei cinema, al limite negli stadi, anche se poi i tifosi sarebbero capacissimi di dire: perché gli studenti sì e noi no? Allora ad Azzolina è venuta un’ideona: chiudere gli studenti in box di plexiglas, tipo iguana. Sembra che però qualche genitore si sia opposto. I soliti sensibiloni.
Tra dieci anni, sui libri di storia ci sarà scritto che il ministro dell’Istruzione italiana, al tempo del coronavirus, era Lucia Azzolina. Noi, suoi contemporanei, possiamo già testimoniare che si tratta di un personaggio assoluto,