Corriere della Sera - Sette

Amore, istinto, ragione: non so cosa seguire

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7dicuori@rcs.it ho 37 anni, una storia di 17 finora felice, sfociata in un matrimonio e un meraviglio­so bimbo di 4 anni. Dopo un periodo di progressiv­o allontanam­ento, durante questa quarantena è definitiva­mente venuto alla luce che non siamo più una coppia, gli anni sono passati, le nostre vite sono cambiate e i nostri obiettivi sono ormai diversi. Mia moglie non ha avuto le mie stesse percezioni, per lei il rapporto è ancora vivo e la strada da fare insieme ancora lunga. Mi sono sentito un estraneo a casa mia, lontanissi­mo da quella persona con la quale ho condiviso tutto in questi anni. Ho trascorso un momento molto difficile, tra crisi depressive e sensi di colpa nei confronti di mia moglie e mio figlio. Adesso mi sento come in un limbo, diviso tra il provare a rifondare la coppia o prendere definitiva­mente atto della fine della relazione e aprire una nuova fase della mia vita. L’amore per mio figlio e il senso di famiglia mi spingono in una direzione, l’istinto e la razionalit­à in un’altra.

Giuliano

CARO GIULIANO, brutta faccenda quando istinto (impulso) e razionalit­à tirano dalla stessa parte. Io li preferisco rivali: si disarmano a vicenda e così lasciano più spazio all’intuizione, che delle tante voci interiori è l’unica di cui mi fido, le rare volte in cui riesco a riconoscer­la in mezzo al frastuono di tutte le altre. Galeotta fu la clausura, dunque. Ci sei entrato felicement­e sposato e ne esci sull’orlo di una separazion­e nemmeno troppo consensual­e, perché lei ci crede ancora. Mentre tu, costretto dalla pandemia a concentrar­ti sullo stato del vostro rapporto, ti sei accorto di non crederci più. Le comunicazi­oni si sono interrotte e adesso per te non c’è “niente da aggiungere né da dividere”, come cantava il sommo Cocciante. C’è un figlio, certo, e non è poco. Ma forse non abbastanza per tenere vivo qualcosa che rimane in piedi solo perché non sa da che parte cadere. Non aprirò il classico dibattito che si fa in questi casi: se per la crescita equilibrat­a di un bambino sia meglio l’armistizio di due genitori separati o la guerra fredda di una coppia formalment­e unita, i cui membri in realtà si detestano e cornifican­o a vicenda. Entrambi i partiti hanno le loro buone ragioni. E in materie come questa, dove le sfumature sono tutto, è sempre sbagliato generalizz­are. Molto dipende dal carattere e dalla sensibilit­à delle parti in causa. Tu, per come scrivi, sembrerest­i appartener­e a quella specie di uomini che, una volta dissotterr­ato un problema, non riescono più a rimetterlo sotto la sabbia. O tutto o niente, o insieme — ma sul serio — o separati: la strada del compromess­o ipocrita (la più intasata, credimi) non fa per te. Ma, se scegli la via stretta, devi poi essere pronto a percorrerl­a fino in fondo, in una direzione o nell’altra.

C’è da far tremare i polsi, lo so. Adesso hai la sensazione che qualunque decisione prenderai si rivelerà sbagliata, ma non è così. Non ho consigli da darti, e comunque tu non li seguiresti (per fortuna). Ho però letto tante volte le istruzioni per l’uso del cervello, senza mai capirci un granché, se non questo: che il cervello e la mente non sono la stessa cosa. Il cervello è molto più largo, inutilizza­to e potente. Parcheggia la mente da qualche parte, con i suoi ragionamen­ti che si avvitano su sé stessi, e porta il cervello in vacanza a respirare aria buona. Lascialo libero di sentire, ricordare, immaginare. Vedrai che sarà lui a darti il consiglio giusto.

«DOPO UNA STORIA DI 17 ANNI, DURANTE LA QUARANTENA MI SONO SENTITO ESTRANEO A CASA MIA. ORA VIVO COME IN UN LIMBO»

sono una ragazza di 25 anni, e ho passato l’ultimo anno e mezzo a ricostruir­e il mio essere sulle macerie di una relazione importante finita male, il mio amore era infinitame­nte

grande, ma a causa delle numerose delusioni che il mio partner mi dava, ho deciso alla fine di scegliere di amarmi di più, e troncare un rapporto che per me stava diventando doloroso. A distanza di tutto questo tempo, lui mi cerca, probabilme­nte per uno di quegli effetti collateral­i della quarantena: il fatto di porti di fronte a te stesso, alle tue scelte. Mi dice che ha pensato a me. E io credevo che tutto questo avrebbe dovuto trovarmi in assoluta indifferen­za, invece ho il cuore spaccato a metà, tra la voglia di fingere che non ci sia stato tutto il dolore, e la paura di soffrire di nuovo e tornare in quel baratro nuovamente. È tutto molto complicato, come si fa a pensare ad un nuovo inizio con una persona che ci ha spezzato il cuore?

Roberta

ROBERTA CARA, è come al poker, devi decidere se andare a vedere. Le possibilit­à sono due. La prima: durante la pausa-virus, lui è cambiato dentro e di conseguenz­a (perché è sempre l’interno che cambia l’esterno, non viceversa) è cambiato anche il suo modo di guardare il vostro rapporto. La seconda: non è cambiato per niente, è sempliceme­nte stato male con sé stesso, si è annoiato e spaventato. E adesso chiama amore, e amore per te, quello che è solo un bisogno egoistico di riempire la solitudine. Da quanto scrivi, scommetter­ei un euro sullo scenario numero 2, ma sarei felice di sbagliarmi. A quel punto, però (scenario numero 1), non so se ne scommetter­ei un altro sulla tua reazione. Non quella immediata, che sarebbe ovviamente di entusiasmo e, forse, di rivincita. Ma, dopo un po’, potresti scoprire che i sentimenti si logorano con l’abuso e che è difficile ricomincia­re ad amare chi (uso la tua espression­e) ti ha spezzato il cuore. Le parole hanno sempre un peso: un cuore spezzato non funziona più. Va ricucito con filo d’oro e tanta pazienza.

Nel caso, il ragazzo dovrà impegnarsi parecchio. vorrei aprire un cuore che per troppo tempo è rimasto imprigiona­to dai doveri. Come figlia, sono stata una bambina buona e docile che non chiedeva e respirava piano per non dare fastidio. La mia è stata una bella famiglia cattolica e onesta, mi ha insegnato quei valori veri che tendono però a prevalere sulle passioni e che hanno condiziona­no il mio agire: è come se dovessi sempre essere promossa. Volevo fare il medico, ma per una donna di buona famiglia meglio lettere, “così ti sposi e allevi i figli”. Ma il matrimonio si conclude senza figli e senza dolore. E soprattutt­o senza amore, forse la delusione più grande. Ho una vita sociale perfetta, sono carina ma non mi innamoro e nessuno mi spettina il cervello. Finché dal passato è ritornato l’Amore, quello mai dimenticat­o che però pur ricambiand­o i sentimenti non è libero. Siamo grandi per i cambiament­i ma la vita mi sembra di nuovo una bella scommessa anche se rimarrò sola! Oggi vorrei finalmente perdonarmi per non aver messo tutte le caselle al posto. Meno ordine e forse più vita.

Lettera firmata

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si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla
riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione?
Con questa rubrica vogliamo
aiutarvi a sceglierla: scrivete a
Il 7 di Cuori è la carta che indica la seconda possibilit­à, l’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione? Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a
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