DA FERITA A CAPITALE DELLA CULTURA
Da emergenza nazionale, raccontata nella sua drammaticità da scrittori come Carlo
Levi e Domenico Rea in quest’articolo, a capitale europea della cultura 2019. Matera e i suoi Sassi, ovvero la città vecchia scavata nella roccia della Murgia, abitata fin dal Paleolitico e patrimonio dell’umanità Unesco dal 1993, è una storia italiana vincente. Le grotte sono state bonificate negli anni e ristrutturate e ora ospitano ristoranti, boutique hotel e locali, come in un vero centro storico a misura di turista (foto sotto). Tanti i film girati in questi luoghi unici: da La Lupa (1953) di Alberto Lattuada con Kerima protagonista (foto sopra )a La passione di Cristo (2004) di Mel Gibson
– continuò la vecchia.
Diedi un’occhiata al documento ritornato alla sua natura vegetale. Ed era veramente un certificato che dichiarava inabitabile la grotta. Soltanto che portava la data del 1939!
– Il marito – che sarebbe stato il genero della vecchia – è bracciante, ma lavora solo quattro mesi all’anno –. Volle per forza mostrarmi anche il libretto dei debiti, del cibo comperato a credito. Io desideravo uscire dal tanfo della grotta per prendere una boccata d’aria come un nuotatore che deve ritornare sott’acqua. Altre donne mi attendevano. Altre mi afferravano, mi tiravano. Sentivo dire: «È americano!»; mentre la vecchia, esaltandosi, cominciò a gridare:
– È mia figlia, non è una pecora, bel giovane. Ti prego, scrivi, dì tutta la nostra verità. Non farti ingannare. Dì che vogliamo pane e casa. Dì a tutti che una volta avevo una figlia bella come il sole e ora, la vedi?... – scoppiando in un pianto terribile, aggrappandosi alle mie gambe.
Allora sorse un problema
Questo avvenne cinque anni or sono. Ma da quel tempo molta acqua è passata anche per l’assetata terra di Matera. Chi ritorna nei Sassi invano cercherebbe le stesse persone di allora. Molte grotte sono state murate per sempre. Molte altre sono vuote e disabitate. Altre poche, le migliori, quelle che meglio potevano fungere da casa, lo saranno ancora per un breve periodo. I Sassi resteranno come un monumento storico, come una rovina paleolitica che, in quest’unico caso, sarà interessante e istruttivo visitare. Ma gli uomini non subiranno più la dannazione di dimorarvi, perché per loro sono state costruite le case, le migliori in questo genere d’Italia.
Sarebbe necessario a questo punto riportare cifre, fare sottrazioni e addizioni, trasformare il nostro articolo di impressioni in una inchiesta. E non è questo il luogo. Di specialisti del resto oggi ve ne sono in giro un grande numero. A noi basterà dire (e testimoniare) che Matera è oggi una doppia città: la Matera Vecchia e la Nuova. La vecchia è restata quella borghese, giacché la nuova è riservata ai contadini, ai braccianti e agli ex abitanti dei Sassi.
I due centri: “La Martella” e “Serra Venerdì” sono, è doveroso dirlo, due grandiose realizzazioni sociali. La critica e il furore politico non le hanno risparmiate, non hanno voluto ammettere la verità dei fatti, per provare i quali occorre la buona fede. Vi è troppa gente in Italia che si aspetta (e pretende) i miracoli; che contro ogni nostra realizzazione pone come confronto quelle fatte in altri Paesi, assai lontani e di cui, tutto sommato, si sa ben poco. Si dovrebbe provare a porre molti critici di casa nostra a posti di comando e attendere i risultati e vedere se saprebbero far meglio e sistemare ogni cosa e abolire ogni sopruso o punire ogni ingiustizia e dare il pane e il companatico a tutti indistintamente in così breve tempo.
Quando quelli dei Sassi ebbero le case, sorse subito il problema: come pagheranno l’esigua pigione? E quando fu organizzata
Vedo una vecchia con la figlia: 20 anni, io credevo 40, un bimbo ai piedi, l’altro attaccato alla mammella avvizzita
“La Martella”, zona bonificata e strappata ai feudi, si dovette affrontare,una grossa opera di persuasione, perché quelli dei Sassi preferivano restare nei buchi, che si trovano al centro di Matera invece di abitare le linde casette della “Martella”, poco distante dalla città. Se si tien conto di questi gravi fatti e dell’accanita critica politica, che sembra quasi dispiacersi di ogni positiva realizzazione e del carattere degli uomini di quaggiù, chiusi in un’intricata psicologia e tormentati da una tenace e non ingiustificata diffidenza, ereditata dalle secolari disgrazie del passato, i lavori compiuti a Matera acquistano un rilievo maggiore.
Errori, sbagli e persino ingiustizie saranno stati commessi, perché il furore politico vela la mente di tutti coloro che sono in lotta, di questo e di quel campo, ma non si può negare che a Matera i Sassi non esistono più come mostruosità umana e sociale. E quest’opera è stata compiuta da noi tutti, liberando l’Italia da una grossa vergogna.