VANNINA E IL GRANDE AMORE PER I DINOSAURI
Passione di tantissimi bambini e bambine, i dinosauri lo sono anche di Vannina. Aria tranquilla da brava bimba (per confondere gli adulti), occhiali squadrati poggiati sul naso, due trecce castane e un inseparabile amico: Dino, “velociraptor piumato del Cretacico… di peluche!”. Li avevamo conosciuti con La bambina giurassica, ora – smesso il maglione a collo alto e indossato il costume – tornano in una nuova avventura estiva e vacanziera, alle prese con un misterioso uovo di una creatura ancora più misteriosa (di dinosauro?). A raccontarli e disegnarli è sempre Vanna
Vinci, classe 1964, cagliaritana, fumettista per grandi e piccoli con diversi premi all’attivo. E una certa somiglianza con la sua Vannina: a 9 anni – scrive nella sua bio – voleva diventare paleontologa e scoprire un intero diplodoco, poi sono arrivati i fumetti e la scrittura. Ma le passioni non si scordano, soprattutto quelle verdi e sorprendenti. Dai 6 anni. (g. zi.)
La bambina giurassica e l’amico misterioso
Vanna Vinci
Mondadori, pp. 48, euro 14
Il vintage funziona sempre. Non solo nei suoni che quest’estate, da Takagi&Ketra a Fedez, ci riportano negli anni Novanta, ma anche nella comunicazione. La costruzione dell’immagine di un artista avviene sui social, ma il passato può ancora dare una mano. Le affissioni, che in Inghilterra hanno sempre annunciato le novità discografiche, in Italia dove non avevano mai preso piede sono diventate una tendenza: dal cartellone 3d di Sfera Ebbasta al manifesto strappato di Salmo, la cartellonistica è diventata uno status symbol per i progetti più ambiziosi. E ora Island, etichetta del gruppo Universal, lancia la prima campagna in sharing. Due artisti in coabitazione, Gué Pequeno ed Ernia, sullo stesso manifesto: 500 metri quadri di installazione in piazza Duomo - piazza Mercanti a Milano per il lancio dei rispettivi album Mr. Fini e Gemelli. A tenerli assieme è il claim: “Il rap italiano riparte da Milano”. Il linguaggio punta sullo status dei due, sul ruolo della città come capitale del genere e sull’uscita dal tunnel dell’emergenza covid. «Era importante che in un momento così anche la discografia desse un segnale», commenta Alessandro Massara, presidente di Universal Music Italia. «Sono due dischi molto attesi di due artisti milanesi: abbiamo unito la comunicazione per far capire che la musica è tornata davvero e che torniamo a fare sul serio, a fare le cose in grande senza paura». Una strategia di comunicazione analogica, un ritorno al passato, che però si converte in bit rimbalzando sui social: l’effetto passaparola e i selfie davanti al cartellone contano più degli sguardi distratti dei passanti.