In un’opera video la pittrice del 600 rivive in musica
Si ispira alla pittrice seicentesca Artemisia Gentileschi, alla sua vita e alla sua arte straordinaria Et manchi pietà, opera video con musica dal vivo, ideata da Anagoor, compagnia di Castelfranco Veneto, insignita del Leone d’Argento nel 2018, e Accademia d’Arcadia. Orfana di madre, formatasi a Roma nella bottega del padre Orazio, in un rapporto paritario con i fratelli e gli apprendisti maschi, quando fu violentata dal collaboratore del padre, Agostino Tassi, Artemisia fu sottoposta a un duro processo in cui la si accusava di immoralità, mettendo in dubbio anche l’onestà di Orazio. Pur avendo vinto la causa, abbandonò Roma e mantenne sempre rapporti conflittuali col padre. Che, tuttavia, conscio del talento della figlia, la sostenne sempre presso i propri committenti, fino a chiamarla a sé in Inghilterra alla corte di Carlo I per terminare con lei la sua ultima opera, Il trionfo della pace e delle arti. Nel “ritratto” video di Anagoor, 13 grandi quadri, 13 stazioni di una vita, sposano altrettanti brani musicali di Monteverdi, Merula, Strozzi, Castello, Landi, Rossi, Falconeri, Fontana, Trabaci, Marini, legandoli indissolubilmente ai temi dell’artista romana. Spettacolo unico lunedì 29 giugno ore 21.30 alla Rocca Brancaleone di Ravenna (via Rocca Brancaleone, tel. 0544.249244), nell’ambito di Ravenna Festival 2020. Biglietti: da 5 a 15 euro.
Laura Zangarini
secondo cui «le donne non sanno far ridere». «È una questione culturale», riflette Giraud, «per anni i miei colleghi mi hanno detto che avevo il mio posto perché mancava la “quota rosa”. Ma le barriere vanno superate: la comicità ha regole ben precise, che io seguo, e non hanno nulla a che vedere con un mondo maschile o femminile».
Sul palco Michela si sente a suo agio. Si è accorta precocemente della sua attitudine a far ridere. «Ero la classica bambina simpatica. dieci anni tra danza classica, moderna e salsa. Poi mi sono dedicata al teatro. La scelta della comicità è venuta dopo, gli amici mi dicevano che sarei diventata attrice. Io nemmeno ci pensavo, passavo le giornate a studiare storia dell’arte in biblioteca. In terza liceo andavo alla Galleria Borghese ad ammirare le sculture del Bernini, poi facevo tappa a San Luigi dei Francesi e per finire sostavo in contemplazione della Pietà di Michelangelo, a San Pietro, quando ancora non era tutto