NON DOBBIAMO CEDERE ALLA RABBIA»
Lei si è occupata a lungo della “compassione” nella vita pubblica. Crede che la scelta tra chiusure radicali, per Covid-19, e misure meno rigide, come quelle realizzate in Svezia, siano collegate al difficile equilibrio, nelle democrazie occidentali, tra ragioni economiche e ragioni di salute pubblica? Non crede che questo abbia a che fare con la gestione della compassione in senso politico, ovvero del fatto che i politici debbano tener conto dell’ondata di commozione dei cittadini?
limitano le relazioni ai soli familiari siano ingiuste. E credo che, nel nostro sistema, sarebbero dichiarate incostituzionali. C’è stato un caso negli anni Settanta, quando un programma federale di buoni alimentari negava i benefici ai gruppi che comprendevano persone non unite da legami stabili o familiari. Lo scopo, in realtà, era penalizzare le comuni di giovani. In una famosa sentenza, rimasta agli atti come “Dipartimento dell’Agricoltura contro Moreno”, la Corte Suprema ha affermato che quel divieto non aveva una “base razionale” perché si basava sul “mero desiderio di danneggiare un gruppo politicamente scomodo”. Quella sentenza è diventata, in seguito, un importante precedente in una delle nostre battaglie legali storiche sui diritti dei gay. Quindi sì, penso che quella vostra norma fosse sbagliata. E no, non credo che le donne diano troppo poca importanza alle amicizie mentre invecchiano. Non negli Stati Uniti comunque. Le donne sopravvivono agli uomini, quindi hanno bisogno di qualcuno con cui viaggiare e spesso scoprono che le amiche sono più adatte dei figli. È un male diventare dipendenti dai propri figli. E poi perché ci si dovrebbe aspettare che i figli condividano i nostri gusti o interessi?».