Donne che volete cambiare il mondo, crescete bene i figli
Cara Lilli, in tempo di lockdown le donne hanno lavorato assai più degli uomini per via delle solite incombenze: accudire i figli, far da mangiare, tenere in ordine la casa. Cosa aspettano a sollecitare i mariti affinché si diano una mossa? Forse ancora troppe donne temono di urtare la suscettibilità degli uomini. Ma se vogliono che si cambi rotta devono ribellarsi fino a dire: «O così o vada come vada». Ma le donne non sono come gli uomini: non lasciano andare le cose senza sapere cosa potrebbe succedere.
Alessandro Prandi alessandroprandi254@gmail.com
CARO ALESSANDRO, quello che dice è assolutamente vero e tocca una questione chiave: l’educazione, cruciale per determinare come uomini e donne si comporteranno nella vita adulta e nell’interazione con gli altri. Come cruciale è l’ambiente familiare. Purtroppo su questo fronte siamo ancora lontani dalla retta via. Finché ragazze e ragazzi saranno trattati in modo diverso in casa avremo un problema. Perché le femmine dovrebbero lavare i piatti o aiutare la mamma a preparare la cena, mentre i maschi guardano il calcio in tv col papà?
In effetti, la categorizzazione dei ruoli di genere comincia proprio dalla nascita, per la verità anche prima (leggere un testo fondamentale scritto da Elena Gianini Belotti nel 1973, Dalla parte delle bambine). Improvvisamente i bambini diventano il centro di tutte le attenzioni e di tutti i pregiudizi. Di punto in bianco le coppie non sono più tali, ma un uomo e una donna che competono per avere l’attenzione e influenzare il piccolo essere umano che dovranno allevare. Madri e padri diventano iperpossessivi e protraggono l’infanzia dei loro figli il più a lungo possibile per mantenere una qualche forma di controllo. E questo porta con sé gli immancabili luoghi comuni: le ragazze fanno lezioni di danza e ci si aspetta da loro che non siano di facili costumi. I ragazzi giocano a calcio e possono spassarsela. («Donne non si nasce, si diventa», scriveva nel 1949 Simone de Beauvoir nel suo saggio Secondo sesso, che tanto spaventò il potere costituito da essere messo al bando!).
Tradizioni e cliché dati per scontati sono i peggiori nemici del progresso. Non so se per la rigorosa educazione mitteleuropea che ho ricevuto o per il fatto che non ho mai avuto figli, ma proprio non capisco la mancanza di buon senso nel crescere i figli che osservo attorno a me. Compresa l’assenza di disciplina e di una chiara consapevolezza delle cose che si possono fare e non fare da piccoli.
Quindi, le donne che vogliono cambiare il mondo e ridisegnare la distribuzione del potere nella società, devono rendersi conto che il processo inizia proprio con loro, quando (e se) diventano madri. Se l’obiettivo è davvero la parità, cominciamo a praticarla dalla culla senza aspettare di ottenerla nella tomba!
P.S. Ai padri e agli uomini in generale posso solo dire: basta con pigrizia e menefreghismo, rimboccatevi le maniche e partecipate a faccende domestiche e lavoro di cura. E combattete gli ormai non più sopportabili stereotipi. Sarà un mondo migliore anche per voi.