Corriere della Sera - Sette

«NON ACCETTO LA SCUSA DELLE

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figlio. «Non credo che gran parte dei poliziotti siano cattivi: solo il New York Police Department ha 38 mila agenti, sono tantissimi», spiega. «Molti rispettano le regole e durante le loro carriere non incontrano nessuno dei miei poliziotti. Poi ci sono quelli che fanno i loro affari all’interno della polizia: non accetto la scusa delle poche mele marce, penso che ci sia razzismo sistemico nei dipartimen­ti. Prima però è nella società, poi si riflette sulla polizia».

La

Le proteste che chiedono la riforma della polizia, intanto, hanno portato alla cancellazi­one del reality show dopo 32 stagioni di inseguimen­ti e arresti, la Paramount Network ha deciso di sospendere dalla programmaz­ione uno dei più longevi programmi televisivi americani proprio alla vigilia dei nuovi episodi, perché diffondeva un’immagine non realistica, distorta, spesso mitigata degli agenti. «Forse succederà anche ai romanzi poliziesch­i, ma non mi preoccupo: scrivo quel che voglio», ribatte Winslow, per il quale la — la pratica di non supportare più persone, aziende o istituzion­i che sono considerat­e inaccettab­ili dal punto di vista etico — potrebbe tutto sommato contribuir­e a «rendere gli autori più consapevol­i di ciò che scrivono, più inclusivi».

D’altronde, Winslow si dice d’accordo con il movimento che sta abbattendo statue in tutti gli Stati Uniti in nome della giustizia sociale. «Se penso a quelle confederat­e, per me rappresent­ano dei traditori. Quando i miei sui social network, dove si impegna in uno sfrenato attivismo contro Donald Trump — non sembrerebb­e, eppure Winslow sostiene di non aver mai voluto essere una persona politica, di non esserlo per natura. «Già prima dell’elezione di Trump, però, ho cominciato a diventare più politico, in particolar­e quando ho scritto la mia trilogia sulla droga: un po’ per la natura di questi libri, un po’ per ciò che ho letto durante le ricerche. Ho scritto una lettera aperta al Congresso, pubblicata sul in cui chiedevo la fine della guerra alla droga, e so di avere aperto con i miei libri una discussion­e su questo tema, in particolar­e all’interno della polizia», spiega.

«Quando scrivevo quei libri sulla droga era più difficile dormire, perché i soggetti erano duri e la

che era dormiente e ha legittimat­o quel sentimento di paura, quindi ora è normale essere uno stronzo razzista», dice. «C’è una sola questione in questa elezione: liberarsi di lui. Questa per me è l’elezione più importante dal 1860 — quella che portò alla presidenza Abramo Lincoln — e non so se questo Paese può reggere altri quattro anni così. Biden mi piace, è una brava persona. Non sarà così di sinistra come in molti avrebbero voluto, non è giovane come altri avrebbero preferito, non si esprime con la chiarezza di Obama, sul quale comunque ho espresso le mie critiche: se però lo compari all’aspirante dittatore

 ??  ?? La copertina del nuovo libro di Don Winslow, pubblicato da HarperColl­ins Italia. Sotto, tre delle opere più conosciute del giallista americano:
La copertina del nuovo libro di Don Winslow, pubblicato da HarperColl­ins Italia. Sotto, tre delle opere più conosciute del giallista americano:

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