Corriere della Sera - Sette

"MELE MARCE" NELLA POLIZIA»

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di ricerca particolar­e, che parte dalla storia: credo molto nella cronologia», spiega. «Poi leggo: giornali, documenti dei tribunali, della polizia, dell’Fbi. Infine parlo con la gente, ma non voglio farlo troppo presto, perdendo tempo con domande basiche di cui dovrei già sapere la risposta. Non voglio i fatti da loro, perché dovrei già conoscerli: sono interessat­o a sapere quello che pensano e come si sentono. Voglio cogliere quei piccoli dettagli che puoi ottenere solo con l’osservazio­ne e i dialoghi, che sono necessari per prendere il ritmo, il gergo e il modo in cui la gente si parla in questi mondi».

Ai suoi coetanei, racconta Winslow, l’America attuale ricorda quella tumultuosa del 1969/70. «A me invece sembra più che altro una rievocazio­ne della guerra fra le persone con il mio stesso profilo demografic­o: i bianchi di mezza età temono di star perdendo qualcosa. L’elezione di Trump ha legittimat­o quella paura, quel risentimen­to», afferma. «Ai miei vicini conservato­ri — e ne ho parecchi, vivo in un ranch in campagna e qua intorno sono tutti repubblica­ni — dico: “Amico, avevi un vantaggio di 400 anni e se non puoi vincere una corsa con questo vantaggio allora non è la tua corsa”. Insomma, se non sei contento della tua vita, e di dove sei, non è colpa di un’altra persona, di un messicano o di un nero. Se vuoi esercitare la tua rabbia, fallo verso la corporate America, il mondo delle imprese che ha spedito all’estero il tuo lavoro».

Non dipende solo da Trump, sostiene lo scrittore, ma il presidente ha toccato «qualcosa che si trova alla Casa Bianca, ora abbiamo bisogno di decoro e di qualcuno che creda nella democrazia», afferma, rivelando che il figlio Thomas, dopo aver lavorato per Obama, è ora il capo dello staff nella campagna di Biden. «Stavo diventando politico prima di Trump», ripete, «ma non così tanto. Ora spero che essere attivo sui social media possa accendere altre persone. Penso che stiamo vivendo tempi straordina­ri e, anche se non è così forte, credo di dover far sentire la mia voce. Tempo fa ho visto la serie tv tratta dal libro di Philip Roth,

è eccezional­e, ma al tempo stesso inquietant­e. Così vicina alla nostra realtà. Come

a guardarla sembra che stia succedendo davvero».

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