Corriere della Sera - Sette

IL MISTERO DELLA PISTOLA

- Di FEDERICO FERRERO

Un conto è se lo avesse a Veronica reggendo in mano una busta blu, aperta e vuota, lasciatagl­i da quel signore. È spiazzato, confuso; dice di non sapere chi sia né di aver capito cosa voglia. La donna, però, gli conferma che aveva espressame­nte nominato lui, Alistair. Né lui né la donna si allarmano, anche perché il colloquio si è concluso e quella persona sembra essersene andata. Il bancario torna al piano di sotto, per verificare che l’uomo non sia più davanti all’ingresso, mentre Veronica fa in tempo a dirgli che, addormenta­ta la prole, avrebbero parlato di quell’uomo e del suo strano gesto. Alistair si accorge che l’uomo è ancora lì. Riapre la porta e il dialogo riprende. Poco dopo, Veronica sente tre botti sordi: corre di sotto e trova il marito a terra. Subito pensa a un pestaggio, poi vede la pozza di sangue, capisce e chiama, terrorizza­ta, il numero di emergenza. Veronica corre nel pub di fronte; si forma un capannello di gente che tenta di salvarlo ma Alistair Wilson muore poco dopo l’arrivo in ospedale, colpito due volte alla testa e una al torace.

L’unico testimone, sconvolto, non ha altri elementi da offrire. Quella domenica era stata tanto normale da scivolare nel banale: la passeggiat­a sul litorale, la spesa al supermerca­to, l’autolavagg­io, la cena, il libro delle favole. Non solo: più si indaga, meno c’è modo di innestare, in quel ménage in cui nulla si scosta dai binari di una innocua vita borghese, una atrocità come l’omicidio volontario. Non si scoprono tensioni famigliari, segreti o doppie vite. Dieci giorni dopo l’assassinio, il prevosto di Nairn ottiene, finalmente, la pulizia del canale di scolo in Seabank Road da parte dell’amministra­zione comunale. Un messo trova, in un tombino a duecento metri in linea d’aria da casa Wilson, non le solite scarpe, orologi, telefoni e monetine ma una pistola. Strana, peraltro: una rarissima Haenel&Schmeisser

di tutti gli Alistair Wilson nel raggio di chilometri, per non scartare l’ipotesi dell’omonimia. Poi si arrende: non c’è nulla su cui lavorare.

Il mistero

Dopo 13 anni, Veronica concede un’intervista alla Bbc. L’unica ipotesi plausibile, per lei, è l’errore di persona. E si lascia sfuggire un segreto mantenuto tale dagli inquirenti: sulla busta blu campeggiav­a un nome, “Paul”. Qualcuno suggerisce possa essere l’acronimo di «Pay And yoU Live», paga e continuera­i a vivere. E che Wilson fosse sotto scacco di anonimi estortori. Ma non ci sono appigli per costruire una teoria. Altri sostengono che quel nome si riferisca a Paul Moore, dirigente della Bank of Scotland, licenziato proprio nel 2004 per aver lanciato l’allarme su una strategia di prestiti a rischio che avrebbe portato, di lì a poco, l’istituto a denunciare un disavanzo di 20 milioni di sterline. Intervista­to, Moore dice di non aver mai conosciuto Wilson ma che i beneficiar­i di quei prestiti mai restituiti sarebbero stati capaci di tutto, pur di tutelarsi, Compreso uccidere chi si fosse messo di traverso a quelle operazioni.

Un noto detective e volto televisivo, Peter Bleksley, si appassiona al caso e trova una pista: un vicino di casa con precedenti penali, di nome Shaun Douglas, poco dopo l’assassinio si era trasferito negli Stati Uniti, facendo perdere le sue tracce. La polizia ammette che Douglas era nella lista dei sospetti. Bleksley suggerisce un’altra strada: una bagatella con un altro vicino di casa, Andy Burnett, proprietar­io del pub The Havelock. Il locale aveva ampliato lo spazio esterno senza il nulla osta e Alistair si era lamentato con le autorità municipali perché aveva sottratto un’area di parcheggio. Un po’ poco, come movente per un omicidio a sangue freddo.

Una terza via è legata alla decisione di Wilson di lasciare la banca per una società di consulenza di Inverness: Bleksley presume che Alistair potesse essere coinvolto in prestiti irregolari. «La busta» scrive «è la chiave del caso. Se quell’uomo si fosse presentato per uccidere,

Una vita tranquilla: chi ha sparato quei tre colpi di pistola? Per la moglie non può che essere stato un errore di persona. Ma c’è una busta blu con il nome Paul (che potrebbe essere un acronimo)...

perché consegnare ad Alistair una busta e permetterg­li di tornare in casa? Perché mostrarsi alla moglie a volto scoperto? Io credo che fosse andato lì per negoziare. E che abbia ucciso dopo essersi visto rifiutare una richiesta». Gli inquirenti scozzesi, però, negano l’esistenza di elementi di corruttela o altri reati finanziari.

I figli di Alistair Wilson sono ormai maggiorenn­i. Il più grande, che vide portare via il padre in barella, dicono sia la fotocopia di Alistair; Veronica, rimasta a vivere con loro in Crescent Road, non sa ancora perché li abbia dovuti crescere da vedova.

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novembre del 2004 sulla porta della sua villetta, in Crescent Road, a Nairn, Scozia. Qui sopra la rarissima
pistola, risalente agli anni Venti del ‘900, usata per
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A sinistra la casa di Alistair Wilson, ammazzato il 28 novembre del 2004 sulla porta della sua villetta, in Crescent Road, a Nairn, Scozia. Qui sopra la rarissima pistola, risalente agli anni Venti del ‘900, usata per ucciderlo
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