Noi, e-book-boomers insicuri
Lasciando da parte la retorica dell’odore della carta stampata, adesso si trovano di fronte al dilemma: meglio il cartaceo o il virtuale? Stando ai dati forniti dall’Istat non ci sono dubbi. Nell’ultimo anno sono stati pubblicati 61.188 libri per 23 milioni di italiani, meno della metà della popolazione. La percentuale di opere pubblicate in cartaceo disponibili anche in versione digitale è passata dal 35,8% nel 2016 (circa 22 mila titoli) a quasi il 40% del totale delle opere librarie stampate nel 2018 (più di 30 mila titoli). Per gli editori i titoli in e-book rappresentano meno del 10 per cento del fatturato, tuttavia si registra un aumento del 29% sull’anno precedente degli e-book pubblicati. Differenze significative riguardano anche i contenuti editoriali: la versione digitale è particolarmente diffusa per i libri di avventura e i gialli (82,1%), i testi di informatica (62,9%) e la matematica (61,4%), i libri di attualità politico-sociale ed economica (56,1%).
Fin qui i numeri, interessanti ma poco significativi per spiegare le scelte che ognuno di noi compie. Per chi ama gli e-book, i libri elettronici, la spiegazione è semplice. Superato lo scoglio della lettura digitale si scopre la possibilità di portarsi dietro un gran numero di libri senza alcun peso, di acquistarli ovunque ci si trovi e di risparmiare anche qualcosa.
Dopo molti sforzi, si può anche superare un altro ostacolo fondamentale, per chi ha l’abitudine di segnare con una matita i passi più importanti, specie se i libri sono di saggistica. L’elettronica permette agevolmente di superare l’incombenza, anzi facilita notevolmente il ritrovamento delle parti segnate.
La vera differenza si gioca altrove, nel naturale deposito dei libri: la biblioteca di casa. Come ritrovare un libro letto? La disposizione dei libri (qualunque criterio si scelga) è un piccolo teatro della memoria, un gioco di combinazioni sempre attivo. Con i libri in formato digitale abbiamo bisogno di metadati per ricostruire un simile luogo dell’immaginazione. Un grande salto epocale, roba da millennials.
I baby boomers (quelli nati tra il 1946 e il 1964) hanno affrontato diversi grandi dualismi: Coppi o Bartali nell’infanzia, Godard o Truffaut nell’adolescenza, Mac o Pc nel pieno degli anni, libro di carta o e-book nel declinare.