Corriere della Sera - Sette

Socrate, istruire non è trasferire dati (online)

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Socrate non brillava per l’attenzione dedicata alla sua persona, come noto. Una sera però si fece bello, lui che era di una bruttezza proverbial­e, agghindand­osi con grande cura. Aveva indossato dei sandali e si era persino lavato.

L’occasione lo richiedeva, del resto: Agatone, il poeta, aveva organizzat­o un banchetto con le menti più brillanti di Atene per festeggiar­e la sua vittoria a teatro. Socrate non poteva mancare! Riuscì comunque ad arrivare in ritardo. Ospite impeccabil­e, Agatone fece finta di niente, invitandol­o anzi a prendere posto al suo fianco: «Vieni qui, Socrate, così che, toccandoti, possa anche io godere della tua sapienza». Una battuta brillante, vagamente seduttiva, ideale per avviare le conversazi­oni della serata. «Magari la sapienza potesse scorrere dal più pieno al più vuoto di noi», si racconta che Socrate rispose, «come fa l’acqua nelle coppe, che dalla più piena scorre nella più vuota attraverso un filo di lana. Purtroppo non è così».

Esempio bizzarro a parte, la replica di Socrate dovrebbe essere meditata attentamen­te da chi si occupa di istruzione, e oggi ancora di più, in mezzo alla pandemia. Si sta levando decisa la convinzion­e che una parte delle lezioni, soprattutt­o universita­rie, possano essere svolte online, anche dopo l’emergenza, ognuno comodament­e seduto a casa propria, con un grande risparmio di risorse economiche. Una scelta che ci porta verso il futuro, si dice. In realtà, la riproposiz­ione di un modello educativo che speravamo di esserci lasciati alle

Peter Singer. Anche in Italia, al solo pronunciar­e il suo nome, vengono in mente pensieri contrastan­ti che vanno da controvers­e teorie etiche sui neonati (scrisse: «I neonati non sono persone») ai diritti degli animali. Eppure quando si parla di lui si parla (piaccia o non piaccia, e tanto spesso non piace) soprattutt­o del filosofo vivente più citato e influente al mondo. Partiamo però da qui, ovvero dal suo progetto più recente: nell’ultimo suo libro pubblicato in Italia, che ho avuto la possibilit­à di curare e di introdurre,

(Sonda), spiega cosa significa “altruismo efficace”.

Qual è, in questo momento, la priorità di un movimento che cerca di fare “il meglio che si possa (e si deve) fare”?

«L’altruismo efficace

risponde Peter Singer «è un sistema etico che mira, come suggerisce anche il titolo del mio libro che lei ha citato

— e che in inglese è stato pubblicato da Yale University Press ormai cinque anni fa a fare il meglio

— possibile, ovvero a orientare il nostro agire entro una cornice morale ben precisa. Ma il movimento è ampio e persone diverse hanno una diversa comprensio­ne del modo migliore per farlo (e dunque anche diverse filosofie, teorie e sistemi morali). Alcuni, come sa benissimo, hanno una visione a lungo termine, cioè temporalme­nte estesa, e la loro priorità è ridurre il rischio che le specie che vivono su questa terra si estinguano in un qualche futuro prossimo venturo. Le mie priorità, invece, sono ridurre il più possibile la sofferenza generale anche nel qui e ora, diciamo che sostengo da

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