PETER SINGER
siste ed efficaci penso per esempio al divieto
— di alcune delle peggiori forme di confinamento di animali da fattoria prima ampiamente (e tristemente) diffuse. Mi riferisco ovviamente, come avrà capito da questa risposta, ai progressi reali entro il sistema di welfare animale e non tanto all’attivismo di base o al movimento animalista più radicale e meno orientato ai cambiamenti normativi (è una questione che mi interessa meno). Leggi simili sul benessere animale sono state approvate in California, per citare anche un paese degli Stati Uniti d’America. Alcune catene di fast food ma pure di grandi supermercati hanno anche, sotto la pressione dei consumatori e del movimento internazionale dei diritti animali, smesso di vendere certi prodotti di origine animale a causa dell’estrema crudeltà con cui venivano prodotti e li hanno sostituiti con nuovi alimenti e dunque vegetali. Ma anche nei Paesi più progressisti, come quelli che compongono l’Unione Europea, c’è ancora molta strada da fare per porre fine all’abuso di animali (per non parlare della possibilità che si smetta di ucciderli!) e alcuni altri Paesi non occidentali sono ancora messi malissimo. La strada è lunga, difficile, piena di ostacoli, ma una filosofia radicale ha bisogno di decine di anni per essere completamente applicata». facile trovare ambientalisti, anche tra i filosofi, che poi considerano del tutto irrilevante la questione animale …
«Dai, non sapevo che il movimento ambientalista fosse così “potente”! Seriamente … credo invece sarebbe una buona notizia questa presunta potenza. È certo che se ne parla tantissimo, ma oltre la parola? Oltre i titoli dei giornali? Invece, retoriche green a parte, si è mai chiesto perché non abbiamo ridotto le emissioni di gas serra per evitare il riscaldamento della terra di oltre 2 gradi centigradi? Eppure sappiamo che tutto ciò potrebbe essere catastrofico sia per l’uomo sia per gli animali, e che questa è una catastrofe che arriverà davvero e in tempi rapidi, non una distopia qualsiasi, non di certo una boutade filosofica. E questo è il mio punto, da sempre: il movimento ambientalista e il movimento animalista hanno così tanto in comune che non voglio, né posso vedere il movimento ambientalista come un rivale del movimento animalista, ma piuttosto come un alleato nella lotta contro l’antropocentrismo
— contro cioè il concentrarsi solo sugli interessi degli umani e in particolare degli esseri umani che vivono in una società organizzata attorno al consumo di beni materiali. Un attivista ambientalista che non è animalista? Sciocchezze: pensano di essere ambientalisti ma non lo sono per nulla, è solo un hobby come un altro».