Corriere della Sera - Sette

MICHELE CHIARLO E LA BARBERA PASSATA DA POPOLARE A ECCELLENZA

- Di LUCIANO FERRARO

Nel giorno del suo ottantacin­quesimo compleanno, Michele Chiarlo ha stappato una bottiglia di Barbera La Court 2015. Ha superato la soglia delle 60 vendemmie, dei 100 ettari di vigneto, del milione di bottiglie l’anno. Ma resta il ragazzo di 22 anni con la folle e saggia idea di elevare la Barbera a grande vino. Produce Barolo autentici e storici (il Cannubi 2016 conferma lo stile) e Barbaresco di carattere (l’Asili 2017 è lo specchio fedele del cru). L’orgoglio però è la battaglia per la Barbera, che ha portato nel 2014 alla nascita del Nizza Dogc, la super zona del Monferrato (18 Comuni e 60 produttori).

«Mio padre Pietro era un viticoltor­e», racconta. «Quando ho iniziato, nel 1957 la Barbera era il vino più popolare. Con una immagine molto bassa. Tra quelle vigne ci sono nato, mi faceva male vedere che veniva venduto mescolato ad altri vini del Sud, per mitigare l’acidità. Ero convinto che quella acidità fosse un punto di forza. Ma quando provavo a piazzare qualche bottiglia, i ristorator­i mi dicevano senza giri di parole che valeva poco, perché era solo Barbera. Giravo con la Fiat 600 (poi con una 1100) per il Nord Italia, di vendite ne concludevo poche». Qualche anno dopo, sono stati i tedeschi e gli svizzeri ad accorgersi della Barbera. «A metà degli Anni 60 andava meglio all’estero che in Italia. L’annata 1961 era stata strepitosa, avevo usato ottime botti in legno per l’affinament­o. Il vino era così buono che mi rifiutai di venderlo come l’anno prima a 120 lire. Fissai il prezzo a 350 lire. Tutti dicevano che non si poteva. Avevo 20 mila bottiglie. Arrivò un tedesco amante della Borgogna, acquistò in un colpo quasi tutta la produzione, 15 mila bottiglie. Ho capito che si poteva andare avanti».

Per Chiarlo, ora affiancato dai figli Alberto e Stefano, è stato decisivo l’export negli Stati Uniti dalla metà degli anni Ottanta. «Poi nel 1990 Wine Spectator assegnò alla mia Barbera 92/100. Un punteggio incredibil­e per un vino che aveva ancora la fama di essere popolare». Da allora i riconoscim­enti sono continuati ad arrivare. Il Nizza Cipressi 2015 di Chiarlo è stato proclamato miglior vino dell’anno, nel 2018, da Wine Enthusiast.

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