Corriere della Sera - Sette

Non è il cognome a definire l’identità di una donna

-

Cara Lilli, fa un certo effetto vedere la presidente della BCE firmare le banconote come Christine Lagarde e non Lallouette.

E che dire di Angela Kasner, conosciuta da tutti come Angela Merkel, come non provare empatia per Ernst Albrecht (pioniere della Comunità europea, all’epoca CECA), padre di Ursula von der Leyen.

Ma immaginate voi un uomo che nel corso della vita cambia cognome una volta, una seconda ed una terza in caso di divorzio, ecco secondo me una battaglia per le donne potrebbe essere questa: “una sola identità”. La propria, a prescinder­e dai compagni.

Maria Cristina Magheri cris.dolcenera@gmail.com

CARA MARIA CRISTINA, Angela Merkel, Christine Lagarde e Ursula von Der Leyen sono attualment­e le tre donne più potenti d’Europa. E hanno scelto di conservare il cognome dei coniugi o ex-coniugi per una questione di riconoscib­ilità pubblica.

Ovvero: la Cancellier­a tedesca, nata Kasner, usa il cognome del suo primo marito Ulrich Merkel, compagno della facoltà di Fisica sposato nel 1977 a 27 anni.

Al suo attuale consorte Joachim

Sauer – uno dei più autorevoli studiosi di chimica quantistic­a a livello internazio­nale – è legata ormai da più di vent’anni, ma la coppia è attentissi­ma alla privacy e ha sempre scelto un profilo discreto.

È chiaro che Angela ha continuato a firmarsi Merkel perché così la conoscevan­o quando ha cominciato a fare politica.

Dall’analista finanziari­o Wilfried Lagarde, Christine Madeleine Odette Lallouette ha invece avuto due figli, Pierre-Henri e Thomas. Dopo il divorzio la presidente della Banca Centrale Europea oggi fa coppia fissa con il manager di Marsiglia Xavier Giocanti. Non si è però più risposata. I figli e la brillante carriera – è stata ministra dell’Economia e direttrice del Fondo monetario internazio­nale – intrapresa con la firma Lagarde la tengono legata al suo cognome del passato.

L’unica a essere ancora insieme all’uomo del quale porta il nome di famiglia è la Presidente della Commission­e europea Ursula von der Leyen, che con Heyko, discendent­e di un grande casato nobiliare tedesco, ha ben sette figli.

È evidente che l’identità di queste tre superdonne è definita più dal potere che detengono che dal cognome che portano.

La personalit­à di un individuo è fatta di tanti elementi, quello più importante è la capacità di prendere decisioni autonome che abbiano un impatto vero sull’ambito di azione.

Questo principio vale a tutti i livelli, da quello familiare a quello di governo di un Paese. Io non ho mai preso il cognome di mio marito Jacques Charmelot, non già per una presa di posizione femminista ma perché l’opinione pubblica mi conosce da sempre come Lilli Gruber.

Non vorrei che ci perdessimo in battaglie già vinte, quando restano da combattere quelle cruciali: come entrare in modo paritario nelle stanze dei bottoni. Adesso, non domani.

© RIPRODUZIO­NE RISERVATA

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy