ALL'ALBA E DI NOTTE SUI LIBRI»
nistico mentre fornivo contributi scientifici. Questa forza, nel corso degli anni, mi ha portato dove sono adesso. L’educazione dei gesuiti ha avuto certamente molto a che fare con questa impostazione. Loro ti insegnano il rigore intellettuale, la precisione del pensiero. Ti insegnano l'economia dell'espressione. Tutte cose che diventano molto importanti, che mi sono state d’aiuto per tutta la mia carriera». Quando prendeva il treno da Brooklyn per la Regis High School a Manhattan, ha mai avuto la sensazione che, se avesse lavorato sodo, sarebbe stato destinato a qualcosa di eccezionale?
«Se me lo sentivo? Sa, allora mi attirava la sfida dell’ambiente intellettuale. Il resto, anche il percorso fisico, è stato più che altro una situazione in cui mi sono trovato. In totale impiegavo un’ora per arrivare a scuola. Praticavo sport durante gli anni del liceo. Sono stato il capitano della squadra di basket. Si partiva per andare alle lezioni prima ancora dell’alba. Si prendeva un autobus e quattro treni di metro per andare da Brooklyn a scuola, all’incrocio tra l’ottantacinquesima strada e la Madison Avenue a Manhattan. Si rimaneva a scuola fino alle 15, dopodiché c’erano o l'allenamento di basket o una partita fino alle 18, 18.30, 19. Poi si arrivava a casa tra le 19.30 e le 20 e si doveva studiare circa tre ore ogni notte. Era la regola della Regis. Si finiva alle 23, poi subito a letto per alzarsi alle 5 di mattina (ride) e andare a scuola di nuovo.
Già. Ti insegna tanta disciplina». Dottor Fauci, le è stato offerto il ruolo di direttore del National Institute of Health (NIH) più di una volta. Il Presidente George H.W. Bush, in particolare, lo ha fatto durante una riunione nello studio ovale. Lei gli ha risposto di no perché voleva continuare a dirigere il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID, uno dei ventisette Istituti e Centri separati che compongono il NIH). Riteneva che l'Istituto per le allergie e le malattie infettive fosse il posto adatto per lei, perché si trovava lì durante l’emergenza Aids. Ha sempre seguito l’istinto?
«Sì. Sono stato abbastanza fortunato da aver delle opportunità straordinarie. Opportunità inso