Corriere della Sera - Sette

Orlando, operazione rimpianto

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sondaggio): «Senza tre, dicasi tre scissioni, il Pd sarebbe pari alla Lega».

Orlando è cresciuto nel Pci, ha fatto il ministro della Giustizia senza lasciar uscire per errore dal carcere nemmeno un boss, conosce la grammatica della politica e, per questo, va preso sul serio. Qualcuno, sul web, ha invece provato a buttarla sul ridere. Molti tifosi romanisti orientati a sinistra gli hanno ricordato che senza le cessioni di Allison e Salah la Roma probabilme­nte quest’anno lotterebbe per lo scudetto. Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ha aggiunto: «Caro Orlando, pensa il Psi se nel ’21 non avesse subito la scissione di Livorno, a quest’ora dove stava».

Gori fa lo spiritoson­e perché, come tutti sanno, sta tirando la volata a Stefano Bonaccini, il governator­e dell’Emilia Romagna, che si è messo in testa di scalare il partito per prendersi la poltrona di segretario. Purtroppo per Gori, però, Orlando ha ragione: forse per i democratic­i è davvero arrivato il momento di cominciare a fare politica portandosi addosso anche una certa amara nostalgia per il passato. Che non si può sempre rimuovere. Perché te lo devi ricordare – pensa Orlando – che sei cascato nel trappolone di eleggere, sia pure con regolari primarie, Matteo Renzi segretario del partito, e non puoi dimenticar­telo il dettaglio che poi quello se ne è pure andato portandosi via tre punticini di percentual­e che sembrano pochi, ma che oggi farebbero proprio molto comodo a Zingaretti. Quindi, Carlo Calenda. Suppongo che Orlando dica: non siamo riusciti a trattenere uno che sarà pure rumoroso e ingombrant­e, ma che è comunque una risorsa, in un Paese dove ministro per il Mezzogiorn­o è diventata Barbara lezzi, per vent’anni impiegata in un’azienda che produce pezzi di ricambio per orologiai. E lasciamo stare la sanguinosa scissione di Leu, che lasciò nello stupore e nell’amarezza migliaia di militanti.

Insomma: l’operazione rimpianto suggerita da Orlando, un senso ce l’ha. Solo che prevede un esercizio di autocritic­a. Perciò è più facile che la Roma vinca lo scudetto (anche senza Alisson e Salah).

Andrea Orlando, vicesegret­ario del Partito democratic­o, suggerisce un nuovo possibile orizzonte ai progressis­ti: quello del rimpianto. Nessuno aveva osato metterla giù così esplicitam­ente. Dice Orlando (dopo aver letto l’ultimo

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