Ha (sempre) ragione Eco
po’ furba) inventata una sessantina d’anni fa da Umberto Eco per trovare una sintesi fulminante a una manciata di saggi su argomenti assai diversi: apocalittici e integrati. Ne fa un buon riassunto la rivista
Gli “apocalittici” sostengono che i mass media, rivolgendosi a un pubblico vasto ed eterogeneo, devono livellare i propri prodotti ed evitare soluzioni originali: incoraggiano una visione passiva e acritica del mondo, e scoraggiano lo sforzo personale verso esperienze originali. Gli “integrati” sostengono che la massa è ormai la protagonista della storia, e che la sua cultura, prodotta per essa e consumata da essa, sia un fatto positivo. Inoltre, secondo gli “integrati”, non è vero che i mezzi di comunicazione di massa sono stilisticamente e culturalmente conservatori: usando nuovi linguaggi essi introducono nuovi modi di parlare, stilemi, schemi percettivi.
Quel titolo è diventato quasi proverbiale a significare un confronto fra diversi paradigmi disciplinari, persino fra modelli passionali. E in campo medico? L’apocalittico è chi vive la scienza come metafisica, l’integrato chi si affida a un relativismo iper-soggettivo, a tratti antiscientifico? La grande lezione di Eco è racchiusa nella congiunzione. Tutti siamo apocalittici e integrati, l’uno non esclude l’altro, anche gli scienziati devono imparare a convivere con le loro contraddizioni.
Scontro tra medici. Alcuni, come Alberto Zangrillo, sostengono che il Covid 19 si è indebolito, ha perso la sua forza letale, altri invece, come Andrea Crisanti, non credono a questa narrazione di un virus “benigno”. Sono volate