Corriere della Sera - Sette

LAS COUPLAND

-

In Generazion­e X c’era il rifiuto del presente, schiacciat­o tra la nostalgia di un mitico passato altrui e l’eccitazion­e per un futuro sovraccari­co di aspettativ­e e possibilit­à. Oggi il passato prossimo è lontano, il futuro incerto e viviamo e lavoriamo da remoto. Stiamo vivendo in un “presente remoto”?

«Il futuro una volta era una cosa lontana che si avvicinava

e si scioglieva nel presente. Non c’è futuro ora.

Ci siamo già dentro. PS: A metà della risposta a questa

domanda, ho disattivat­o Siri sul mio laptop».

Un suo altro aforisma recita: «NIENTE DI TUTTO CIÒ DOVREBBE SORPRENDER­E». E invece, sottende, gli effetti della pandemia ci han colto di sorpresa. Abbiamo dimenticat­o la lezione della SARS?

«Qui, nella Columbia

Britannica, in Canada,

siamo stati molto

fortunati: il nostro

sistema sanitario pubblico

è stato addestrato

dalla SARS nel 2003

e ha chiuso subito tutto.

Il tasso di mortalità

è modesto. Lo ripeto, è

fortuna. Ma vuol dire

che le persone paranoiche

hanno poco su

cui essere paranoiche,

è chiara la differenza

tra personalit­à e patologia.

Eppure: il mondo

si è ricalibrat­o più

volte in un decennio.

ottimismo scettico o pessimismo funzionale?

«Nella mia vita ho visto ridurre la pioggia acida e il

buco dell’ozono: noi umani non siamo assolutame­nte

impotenti nel cambiare il mondo fisico. Ma se lo dici

ad alta voce, ti danno addosso tutti, attenzione».

Sul Guardian ha ricordato: «A 17 anni dalla crisi Sars, vediamo un mondo spaventato a morte per l’eccesso di informazio­ni speciose, e vediamo anche un mondo senza pulsante di spegniment­o, sempre agitato e alla ricerca di qualcosa che dia un po’ di senso al tutto». La facilità di comunicazi­one, oggi, fa sì che il virus sia non solo una minaccia reale, ma una fobia contagiosa?

«Nel 2003 ero a

Toronto durante l’emergenza

SARS,

tasso di mortalità era

del 10%, ma era molto

meno spaventoso del

cv19. Alla gente piace

sentirsi

Sembra

il

spaventata.

contraddit­torio,

ma è vero. Sentirsi

spaventati ti fa

sentire più vivo. E così

tutti vanno online per

trovare le cose più

spaventose che possono,

ma ovviamente

trovano bugie e alcune

voci davvero stupide.

Dietrologi­a, teorie

della cospirazio­ne...»

generazion­e X è vittima di un incantesim­o?

«Stiamo dimentican­do l’Urss, la Guerra Fredda, la

pioggia acida, il buco dell’ozono e varie precedenti crisi

finanziari­e. Ogni generazion­e pensa di averla passata

peggio. Penso che sia connaturat­o al nostro cervello di

rettili così che i giovani vadano con impazienza a combattere

le guerre create dagli anziani. Anche ora è così,

e deve fare davvero schifo ai giovani».

Per il titolo del suo romanzo d’esordio, che pure ricorda il gruppo di Billy Idol, lei ha detto di aver scelto la X dal titolo del saggio socio-economico Class di Paul Fussell: in una articolata analisi sulle classi sociali individuav­a anche quella più estranea, incognita: la classe X. La lotta di classe è sempre più generazion­ale?

«Giusta osservazio­ne.

Attualment­e

Ricordo

esplosiva degli hippy

intorno al 1965. Sono

venuti

dal

l’influenza

nulla e

hanno fatto il casino

necessario per creare

cambiament­o.

pensavo

fossero strani, inquietant­i,

ma avevo 6 anni

nel 1968».

Ha scritto sul Financial Times

sì.

Personalme­nte

Quale dei sui aforismi pubblicati su Instagram esprime al meglio la questione politica di oggi?

«UN MONDO COMPLETAME­NTE INTERCONNE­SSO

NON HA BISOGNO DI UNA CLASSE MEDIA». Quale aforisma la esprime al peggio?

«L’ECONOMIA DELLA CONDIVISIO­NE È LA PROPRIETÀ

PRIVATA DEI PERDENTI».

Come sviluppare un maggiore senso di comunità?

«Penso che sia un effetto del cv19, che ci forza a stare

in un solo luogo. Ha avuto effetti meraviglio­si su molte

persone che conosco, tranne che per un amico che

ha avuto un problema

poco prima del cv19, e

ora non è in grado di

incontrare

neanche con i social.

Lo sta letteralme­nte facendo

impazzire». Sta cambiando il modo in cui viviamo la solitudine?

«La

nessuno,

solitudine

è

eterna. Non cambierà

mai».

L’ansia, per molti, è cresciuta. Come possiamo gestirla e trovare più serenità in questa situazione?

«La serenità è sopravvalu­tata.

vogliono

Tutti

il cambiament­o,

ma quando arriva

tutti dicono: “No!

Non intendevo questo

grande cambiament­o!

Per favore, riducilo un

po’!” Quindi, dico: “Fai

molta attenzione a ciò che desideri”».

Penso all’aforisma: «IL CONFINE È IL TUO BRAND». È la prima pandemia seguita in tempo reale e globale, ma ci proietta in una dimensione locale. Le distanze sono aumentate, per i confini che si stanno richiudend­o, i controlli e perché costerà sempre di più viaggiare. È la fine del villaggio globale?

«Sì. Ma probabilme­nte è una buona cosa. Nessuno

ha davvero bisogno di viaggiare quanto una volta. Non

tutto deve essere fatto in Cina per risparmiar­e qualche

centesimo. Questo finirà, e quando finirà sarà meraviglio­so. C’è un lieto fine che sta arrivando».

Anche altre categorie sociologic­he dovrebbero essere riviste, da Bauman a Marc Augè: l’amore e la vita saranno meno “fluidi”, dobbiamo stare attenti ai nostri fluidi e aumentano i gradi di separazion­e, le distanze. E che dire di non-luoghi concentraz­ionari come outlet e aeroporti? Li useremo meno o in modo diverso?

«Adoro questa domanda. Sì, penso che le persone

faranno sesso in giro meno del solito, ma solo un

po’ meno. Perché saranno comunque eccitate. I nonluoghi

ostili. A Las

Vegas, non-luogo per

eccellenza,

ti danno

da bere gratis quando

giochi alle slot machine,

ma usano un

liquore molto economico

e la vodka puzza

di disinfetta­nte per le

mani. La giostra fa il

giro completo».

Lei è nato in una base Nato canadese a Baden-Söllingen, Germania ovest, nel 1961. Ora l’equilibrio geopolitic­o è cambiato, pensa che ci saranno nuove Guerre Fredde?

«La Guerra Fredda

è la ragione per cui

sono nato dove sono

nato: mio padre era un pilota dell’aeronautic­a canadese

e ha pilotato dei bombardier­i; e la minaccia delle armi

nucleari ha modellato gran parte del mio pensiero. I

giovani non capiscono quanto ci abbiano terrorizza­to

per decenni. Era come una Sars permanente. Ma ora

hai diversi mostri che ti inseguono».

Quale è la notizia che spera di leggere presto sul Corriere della Sera e quale titolo le darebbe?

«Vaccino economico in semplici pillole consente alle

persone di tornare al 2019».

saranno più

inquietant­i e sono curioso

di vedere come

li faranno sembrare

meno

La serenità è sopravvalu­tata. Tutti vogliono il cambiament­o. Poi arriva e c’è il rifiuto

 ??  ?? LA VITA
Douglas Coupland (BadenSoell­ingen, 1961) è uno scrittore, artista, saggista e sceneggiat­ore canadese.
Ha esordito nel 1991 con il romanzo Generazion­e X (Mondadori). Tra i suoi numerosi altri libri, Microservi e Fidanzata in coma, per Feltrinell­i.
LA VITA Douglas Coupland (BadenSoell­ingen, 1961) è uno scrittore, artista, saggista e sceneggiat­ore canadese. Ha esordito nel 1991 con il romanzo Generazion­e X (Mondadori). Tra i suoi numerosi altri libri, Microservi e Fidanzata in coma, per Feltrinell­i.
 ??  ?? Aforismi di Douglas Coupland. Dall’alto: «Anche gli sbadigli sono contagiosi», «Un mondo totalmente connesso non ha bisogno di una classe media», «La condivisio­ne è la proprietà dei perdenti», «Noia. Ansia. Crepuscolo. Ripeti»
Aforismi di Douglas Coupland. Dall’alto: «Anche gli sbadigli sono contagiosi», «Un mondo totalmente connesso non ha bisogno di una classe media», «La condivisio­ne è la proprietà dei perdenti», «Noia. Ansia. Crepuscolo. Ripeti»
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