ELISABETTA II COSÌ È LA VITA A CORTE
A Buckingam Palace, nella sala dei banchetti, c’è un semaforo. È nascosto ai lati del trono e serve ad avvisare i camerieri: luce ocra, avanzare; luce verde, posare i piatti davanti ai commensali. Così, come un perfetto orologio, si regolano i tempi ai pranzi della regina. Lei, Elisabetta, “siede sempre sul lato di tavolo allestito davanti al trono, e come è norma di buona educazione si dedica in modo equo a entrambi i suoi vicini: prima fa conversazione con il commensale alla sua destra (durante la prima portata) e poi con quello alla sua sinistra (mentre arriva in tavola la seconda portata)”. È solo uno dei molti “segreti di Buckingham Palace” raccontati da Enrica Roddolo. Segreti d’archivio (il palazzo, costruito su un ex campo di gelsi a partire dal 1633, affonda le radici nella storia inglese e si lega a filo doppio con quella dei suoi regnanti: lo acquistò Giorgio III nel 1761 per abitarvi con la regina Charlotte) e altri (tanti) osservati dal vivo dall’autrice, giornalista del Corriere che da anni segue le vicende della casa reale. (g. zi.)
I segreti di Buckingham Palace Enrica Roddolo
Cairo pp. 240, euro 16
Un pizzico di uno, di quest’altro qb, dell’altro ancora invece abbondare per sterilizzare il primo. Amadeus è alle prese con l’algoritmo delle giurie che sceglieranno il vincitore del Festival di Sanremo 2021, quello che il conduttore si immagina essere l’evento dell’unità nazionale post-covid (ha accettato il bis per questo).
La Fimi, associazione delle major del disco, chiede criteri che privilegino la musica e non solo lo spettacolo della gara e della classifica. Bilanciare più giurie riduce le possibilità di far vincere chi è forte solo in una elle componenti (vedi gli ex talent con il televoto come accadde con Scanu e Carta) o di accordi blindati (il caso Avion Travel). Nelle ultime due edizioni, vinte da Mahmood e Diodato, la sala stampa è stata determinante. E ha fatto emergere non solo due belle canzoni e Fai rumore) ma anche due talenti che altrimenti avrebbero fatto più fatica. All’ipotesi che Amadeus voglia allargare ancora di più la platea dei giornalisti, i discografici chiedono una selezione più ristretta. «Chiediamo che a votare le canzoni sia chi si occupa di musica durante tutto l’anno. Dalla sala stampa dovrebbe emergere un voto tecnico sui brani. Con il meccanismo attuale, invece, hanno diritto di voto anche professionisti e testate che si occupano di tv e costume», dice Enzo Mazza di Fimi. È lo stesso tema di quello che tutti chiamano premio della critica, ma in realtà è il premio della sala stampa. In entrambi i casi ci sono da vincere le resistenze Rai che vuole essere ecumenica e teme le vendette degli esclusi. E anche il rischio di arrivare a un panel conservatore e ideologicamente contrario al pop e alla contemporaneità come quello del Premio Tenco.