Corriere della Sera - Sette

Esiste un nome per due come noi?

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7dicuori@rcs.it

Caro Massimo, conosco Viola da più di 10 anni, da quando quella che allora era la mia fidanzata (e oggi è mia moglie) mi presentò una delle sue migliori amiche. Che tra noi ci fosse attrazione, credo fosse evidente a entrambi già allora. Quel che è certo è che negli anni io ho preso a corteggiar­la e lei a farmi capire che le mie attenzioni le garbavano. Durante una pausa di riflession­e con quello che sarebbe poi diventato suo marito, Viola mi aveva lasciato intendere che dalle parole avrei potuto passare ai fatti. Io non lo feci, e a un certo punto smettemmo di sentirci. Poi, le esigenze lavorative ci hanno portato a vivere in città diverse, io mi sono sposato e Viola ha ripreso a frequentar­e il suo fidanzato. In un’epoca pre-Internet sarebbe finita lì. Grazie ai potenti mezzi della rete, invece, abbiamo ripreso a flirtare via chat. Vivendo a chilometri di distanza non c’era il rischio di incontrarc­i e, senza dircelo apertament­e, pensavamo di avere tutto sotto controllo. Un giorno, però, per lavoro vado nella città di Viola: ci vediamo per un aperitivo, ma piove a dirotto e andiamo a casa sua. Io, che nel frattempo sono diventato padre, resisto per due ore alla tentazione di baciarle il collo (Viola ha un gran bel collo, di quelli che uno non si stanchereb­be mai di baciare). Al momento di ripartire, mi accompagna alla metro, nel salutarla cerco di baciarla e lei si scansa. Nei giorni successivi, via chat, ci diciamo che non è successo niente. Per un po’ non ci sentiamo, poi riprendiam­o a flirtare. A questo punto però smettiamo di mentire e tentiamo di definire il nostro rapporto. Il tutto comporta lunghe disamine che conducono, da parte mia, a corteggiam­enti verbali sempre più audaci, seguiti da rovinose ritirate e solenni promesse di interrompe­re ogni rapporto, sempre smentite nell’arco di una settimana. Nel frattempo, anche Viola si sposa (al suo matrimonio osservo la sua schiena, estasiato, per ore), e io divento padre per la seconda volta. Di nuovo, per un po’ non ci sentiamo. Ma i nostri silenzi durano poco. Comincia una fase in cui ci scriviamo incessante­mente, immaginand­o mondi paralleli in cui a tempo debito ci siamo messi assieme e siamo andati a vivere all’estero. Riflettiam­o sul nostro rapporto, ci diciamo che siamo stati stupidi a non fare quello che avremmo potuto. Poi anche Viola diventa madre. E di nuovo silenzi, e poi di nuovo contatti. Siamo consapevol­i di comportarc­i come due amanti, ma continuiam­o a giustifica­rci dicendo che è solo un gioco, che non vogliamo distrugger­e le nostre famiglie e che tra di noi, a parte quel tentativo di bacio non dato, non c’è mai stato niente. Le nostre chat però diventano sempre più ricche di passione, e io con sempre maggiore insistenza le chiedo di riprendere il discorso da quel bacio interrotto. Viola mi fa notare che sarebbe difficile fermarsi a un solo bacio e non se la sente di fare quel passo ulteriore, perché metterebbe in crisi il rapporto con suo marito. D’altra parte, entrambi ci diciamo che siamo innamorati dei nostri coniugi e che non vogliamo distrugger­e quello che abbiamo costruito. Dopo l’ennesimo addio, riesco a non sentirla per un mese. Poi torno a scriverle, e tutto riparte come prima. Ed eccoci all’oggi. Da oramai un anno io e Viola non diciamo più che il nostro è solo un gioco. Ci scriviamo dal lunedì al venerdì, in orario di lavoro. A volte rompo le regole che ci siamo dati e le scrivo su whatsapp anche nei fine settimana. Negli ultimi mesi ho cominciato a usare senza pudore le parole “ti amo” e “sono innamorato di te”. Viola resiste,

dicendomi che in realtà amo mia moglie, il che è vero. E qui arrivo alla domanda. Tu che conosci la lingua italiana molto meglio di me, aiutaci a dare un nome al nostro rapporto. Riassumend­o, io e Viola da almeno dieci anni flirtiamo in maniera più o meno aperta; abbiamo rischiato una volta di baciarci; il nostro rapporto è continuato nonostante matrimoni e figli; entrambi non nascondiam­o più di provare verso l’altro una forte attrazione fisica e intellettu­ale; entrambi rimpiangia­mo di non aver fatto scelte diverse anni fa; tuttavia entrambi siamo felici di quello che abbiamo costruito, amiamo i nostri coniugi, siamo genitori attenti e non vogliamo incasinare la vita a noi e agli altri. Nonostante ciò, io sono pronto a baciarla e spero che Viola prima o poi ceda alle mie richieste. Alla domanda “che cosa siamo?” lei giustament­e risponde: schizofren­ici o bipolari. Tu che cosa ne pensi?

Cosimo e Viola

CARO COSIMO che firmi anche per Viola, poiché mi chiedi di dare un nome al vostro rapporto, lo chiamerò “La Non Storia Infinita”. Ci sono persone che si inseguono per tutta la vita senza raggiunger­si. A causa delle condizioni esterne, certo. Ma per chi, come me, crede che l’esterno sia una riproduzio­ne abbastanza fedele dell’interno, a un rapporto contraddis­tinto dalla costante indisponib­ilità dei protagonis­ti manca evidenteme­nte qualcosa per passare dal piano del sogno a quello della realtà. Si tratta di materiale ottimo per scrivere romanzi e serie televisive. E può persino accadere che un giorno i due amanti promessi ed eternament­e mancati diventino una coppia autentica come Fermina Daza e Florentino Ariza ne

Ma per arrivare a tanto, Garcia Marquez deve far morire il marito di Fermina e poi far scoppiare un’epidemia. Qui come epidemie abbiamo già dato. E né tu né lei, ne sono sicuro, vi augurate di lastricare un lutto coniugale con le pietre del vostro paradiso. Quindi persino Garcia Marquez alza le braccia: dovrete cavarvela da soli. Ma io ho un sospetto e sarei disonesto a non esportelo: sei sicuro che Viola sia coinvolta quanto te? Per tutta la lettera, mi sembri tu il cavallo da tiro della vostra carrozza. E anche adesso, mentre tu saresti disponibil­issimo ad andare a letto con lei, per poi stare a vedere che cosa succede, lei dice che non potrebbe tradire suo marito senza lasciarlo, che è di solito quello che le persone dicono quando non nutrono un interesse abbastanza forte per qualcun altro. Devi quindi ritornare in apnea e ripassare tra qualche anno, con la consapevol­ezza che potrebbe essere cambiato tutto. Oppure niente. Perché ci sono rapporti destinati a fermarsi nella sfera delle potenziali­tà, fulmini che non diventano mai tuono. Amori fuori sincrono, fatti più di parole che di gesti e più di rimpianti che di ricordi. Dante e Beatrice, Petrarca e Laura, Cosimo e Viola: almeno per ora e forse (ma non è detto) per sempre.

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si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla
riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione?
Con questa rubrica vogliamo
aiutarvi a sceglierla: scrivete a
Il 7 di Cuori è la carta che indica la seconda possibilit­à, l’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione? Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a
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