Corriere della Sera - Sette

La parità in famiglia resta un miraggio La prova delle scarpe

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Cara Lilli, la contrappos­izione uomini-donne nella gestione della famiglia, che lei dà per certa, appartiene forse ad alcune realtà del nostro Paese. Io conosco tanti papà, avendo una figlia di 6 anni. Portiamo i figli a scuola, andiamo a lavorare, facciamo la spesa, cuciniamo, sistemiamo la casa, stiriamo. Oggi prevale la collaboraz­ione, nel lessico familiare di tanti uomini. Eppure non facciamo notizia.

Nino Santarelli nino.santarelli@gmail.com

Cara Lilli, sono nata nel 1945, mio marito nel 1939. Abbiamo lavorato tutti e due, abbiamo condiviso le faccende di casa e allevato nostro figlio. Siamo stati dei fenomeni?

Giovanna Colzani colgiovig@libero.it

sono molto felice anziani E le cose non sono migliorate durante la fase di emergenza Covid. In un recente articolo del Sole 24 Ore, Luca Foresti scrive che non dovremmo aspettarci che gli uomini cambino il loro comportame­nto e rinuncino facilmente ai loro privilegi.

Il collega perora piuttosto la causa di accordi individual­i all’interno delle coppie per cercare di riequilibr­are l’onere dei lavori in casa, affinché siano meno penalizzan­ti per le donne. In bocca al lupo! Il problema ha radici profonde, sociali e culturali, e l’altra metà del cielo è parte del problema. Le racconto una scena a cui ho assistito di recente a Roma, che riassume la portata della sfida da affrontare. Un paio di settimane fa sono andata al parco vicino a casa per allenarmi. Era una bella giornata e in molti facevano sport o si rilassavan­o al sole. È arrivata una famiglia di quattro persone. Il padre e i due figli hanno cominciato a giocare a calcio sul prato. Si sono tolti le scarpe e le hanno lasciate per terra. Dopo un po’ si sono stancati e sono andati a sedersi all’ombra. La mamma si è alzata, ha attraversa­to il campo, ha raccolto le sneakers abbandonat­e una per una e le ha gentilment­e riportate a marito e prole.

Ecco, questa è una metafora dello stato di arretratez­za in cui vivono ancora ampie fette della società in Italia. Il maschio che senza problemi lascia che la compagna rivesta il ruolo della sua cameriera è un modello medievale di organizzaz­ione familiare. Ed è una strana concezione del senso dell’onore e della virilità. C’è bisogno di quel genere di sottomissi­one per dimostrare che si è veri uomini?

Sembra che le donne siano condannate a ripulire il disordine lasciato dai maschi, dalla raccolta della biancheria sporca a casa a quella dei cocci della nostra società in frantumi. Non sarà ormai urgente dire basta? Ci sono segnali incoraggia­nti, come avete raccontato nelle vostre lettere, ma siamo ancora lontani da quella che dovrebbe essere la norma: una piena, completa, inequivoca­bile parità, senza nessuna eccezione.

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