Corriere della Sera - Sette

Il principe, ogni tanto, ci riprova

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Di solito gli va molto male e, allora, ripiega: si esibisce in un valzer da Milly Carlucci a Ballando con le stelle, in coppia con Pupo – esatto, proprio lui: Pupo – va a cantare al Festival di Sanremo, naufraga all’Isola dei Famosi, conduce la prima edizione di Pechino Express, vende pasta fatta a mano in California, presta il suo sorriso nobile a una pubblicità di sottaceti.

Non campano d’aria nemmeno quelli con il sangue blu. Ma, certo, trovare lavoro in Parlamento sarebbe leggerment­e più consono: così stavolta il principe ritenta l’avventura inventando­si un think thank chiamato Realtà Italia, primo passetto per capire se un recente sondaggio dell’istituto Piepoli – «Ci fosse un partito monarchico, lo voterebbe?»: il 15% degli italiani ha detto sì – abbia un fondo di verità. Senza voler essere di parte: un re mancato, sulla scena politica, ci starebbe però proprio bene e darebbe un tocco fiabesco alla variopinta compagnia di ministri e parlamenta­ri, dove già si esibiscono ex dj, ex steward da stadio, ex premier che si sentono Napoleone, ex avvocati di provincia, ex titolari di Caf, più qualche mitomane conclamato.

Dopo averci chiesto, insieme al padre, 260 milioni di risarcimen­to per l’esilio, il principe – 48 anni, sposato con l’attrice Clotilde Courau, due figli – nel 2006 ha la faccia tosta di candidarsi alla Camera ottenendo 4.493 voti; tre anni più tardi ci riprova alle elezioni europee con l’Unione di Centro, le preferenze diventano 22 mila, ma ugualmente non viene eletto. Ne resta profondame­nte deluso. Per dimenticar­e decide perciò di rimettere il suo ciuffo biondo in uno spot di sigarette elettronic­he, con una battuta da Real Casa: «Il fumo fa fare più sesso». Poi va su Facebook: «Ho il dovere di annunciare che i reali stanno tornando».

Disinvolto, allegro, inconsapev­ole, nel suo sito continua a chiamarsi Altezza Reale come se in quell’alba del 9 settembre 1943, i suoi bisnonni Vittorio Emanuele III ed Elena del Montenegro e, dietro, in un’altra macchina, suo nonno Umberto II, non fossero mai scappati da Roma, lasciandoc­i da soli a combattere i tedeschi.

A Emanuele Filiberto di Savoia, simpaticis­simo figlio unico di Vittorio Emanuele e quindi erede di un regno che non c’è, è tornata voglia di fare politica in Italia. Il principe, ogni tanto, ci prova.

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