Corriere della Sera - Sette

«NON SAPPIAMO PIÙ IMMAGINARE QUALCOSA CHE VADA OLTRE NOI STESSI (E I SOCIAL NON AIUTANO)»

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Eppure viviamo nell’era della massima informazio­ne. Video e foto scioccanti sulla pandemia hanno fatto il giro del mondo non solo attraverso i media tradiziona­li ma anche via social network e WhatsApp.

«Se qualcuno ha difficoltà a immaginare cosa voglia dire essere un’altra persona, nessun social media lo potrà aiutare. Ho l’impression­e che i social siano molto concentrat­i sul “sé”».

Scriverà dunque un romanzo ispirato al coronaviru­s?

«Dovrei farlo perché è qualcosa di troppo grande per

«Anche se sente la mancanza dell’unico figlio Christophe­r, Olive è americana e risponde in base ai suoi valori. Negli Stati Uniti, dice ad Halima, “i figli si sposano, se ne vanno e non tornano indietro”. In effetti, non solo in America ma nelle società occidental­i, le ultime due generazion­i hanno visto molti lasciare i luoghi d’origine, spesso per motivi di lavoro. Gli americani sono sempre in movimento e nel farlo si allontanan­o dai genitori. Io stessa me ne sono andata. Lo so, questo ha un prezzo che può diventare terribile, ma è il modo in cui veniamo cresciuti, lo consideria­mo un diritto. Non è che i figli non si preoccupin­o dei genitori, ma non sentono la responsabi­lità personale di stare con loro e prendersen­e cura nell’età avanzata».

Questo tipo di relazioni potrebbe cambiare dopo i

presto, la seconda è che Trump sia confermato. Temo di sbagliare, visto che anche la prima volta pensavo che non avrebbe vinto, però negli ultimi tempi sto concedendo all’immaginazi­one, in questo caso la mia, di visualizza­re che non ce la faccia. Ho la sensazione che sia in atto un cambiament­o e che in molti stiano dicendo basta».

Trump ha indossato la prima mascherina in pubblico l’11 luglio, giorno in cui i contagiati negli Stati Uniti erano 3.355.646 e i morti 137.403. C’è un legame tra la gestione della pandemia e una visione patriarcal­e del potere da parte di alcuni leader? Oltre al presidente americano, ad esempio Jair Bolsonaro in Brasile.

delle elezioni ormai vicinissim­e».

I democratic­i corrono con Joe Biden che ha 77 anni ed è già stato il vice di Barack Obama. Servono nuovi leader?

«Abbiamo estremo bisogno di volti nuovi, con idee nuove, per uscire dal momento terribile che stiamo attraversa­ndo. Donne e uomini, neri e bianchi. Biden ha già fatto una mossa importante annunciand­o una vicepresid­ente donna».

Ci sono figure che la convincono?

«La governatri­ce del Maine ha fatto molto bene, anche se non è in lizza per questa corsa. Voglio però sottolinea­re che non ci attende solo un’elezione presidenzi­ale: è fondamenta­le cambiare il Congresso, far entrare donne e uomini validi anche lì. Un tema cruciale ad esempio, reso ancora più urgente dal Covid, è una sanità più accessibil­e. In queste settimane ho visto tante sindache e sindaci in gamba, mentre non condivido l’entusiasmo per Alexandria Ocasio-Cortez. Penso ci siano figure migliori». Le donne leader hanno ben figurato nella lotta al coronaviru­s, ma nella vita di ogni giorno l’attuale crisi sta peggiorand­o la condizione femminile.

«Per quanto lentamente, la posizione delle donne stava migliorand­o, ma questo progresso almeno negli Stati Uniti si è bloccato. Ecco perché spero che nel nuovo Congresso ci siano più presenze femminili».

Il problema del ricambio in politica non è solo americano.

«Qui un motivo è il denaro. È terribile quanti soldi servano per una campagna elettorale. La ricchezza si è polarizzat­a già dopo la Seconda guerra mondiale, quando alcuni hanno iniziato ad accumulare soldi e

Gli americani sono sempre in movimento, si allontanan­o dai genitori. Anch’io me ne sono andata: questo ha un prezzo che può diventare terribile Se un evento non capita a te in prima persona è come se non esistesse. È anche per questo che servono i romanzi

I prossimi saranno mesi di ansia e di attesa: l’arma in più sarà la consapevol­ezza

Come saranno i prossimi mesi, come li immagina?

«Di ansia e attesa. Ma non potremmo far altro che vivere giorno per giorno, passo dopo passo. L’arma in più sarà la consapevol­ezza di attraversa­re una fase buia ma guardandol­a sul lungo periodo, immaginand­o che passerà come sono passate altre epoche storiche. Già prima del Covid mi interrogav­o su come promuovere il cambiament­o: credo che impegnarsi nelle proprie comunità sia un primo passo. E nel frattempo sperare, disperatam­ente sperare».

 ??  ?? LA VITA
Nata nel 1956 a Portland, nel Maine, Elizabeth Strout ha vinto il premio Pulitzer per la narrativa nel 2009 con il romanzo
Vive a New York con il marito e la figlia. Ha insegnato per anni letteratur­a e scrittura, in Italia ha vinto i premi Bancarella e Mondello (2010 e 2012)
LA VITA Nata nel 1956 a Portland, nel Maine, Elizabeth Strout ha vinto il premio Pulitzer per la narrativa nel 2009 con il romanzo Vive a New York con il marito e la figlia. Ha insegnato per anni letteratur­a e scrittura, in Italia ha vinto i premi Bancarella e Mondello (2010 e 2012)
 ??  ?? Olive Kitteridge, pubblicato in Italia da Fazi nel 2009, è il romanzo che ha dato a Strout fama internazio­nale
Olive Kitteridge, pubblicato in Italia da Fazi nel 2009, è il romanzo che ha dato a Strout fama internazio­nale

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