Corriere della Sera - Sette

Storia di D. e della gelosia Se l’Uomo Nero siamo noi

- ROSELLA POSTORINO TERESA CIABATTI di CHIARA GAMBERALE

Se c’è una cosa che ho capito dell’amore è che non fugge solo chi fugge. Ma anche chi corre dietro a chi fugge (e nel frattempo non vince nessuno). La mia amica D., per esempio, viene da una lunga relazione con (lo smartphone del) l’Uomo Nero, uno che, oltre a tradirla sempre e male, sentiva il bisogno perfino di farle immaginare

tradimenti che in realtà non aveva consumato. L’importante è che lei lo sentisse distante, che ingaggiass­e lotte disumane per accorciare quella distanza, che leggesse quei messaggi, che lui per l’ennesima volta cambiasse password, che le dicesse sei pazza, per poi ricomincia­re. Finché un giorno non è sparito del tutto, e D., che credeva di morire, ha ricomincia­to a vivere, al punto che a Capodanno ha conosciuto un Uomo Che C’è. Uno che quando è scattato il lockdown e si trovavano in campagna, dove lui ha una casa, le ha detto: non ci muoviamo da qui, vero?, che da quel momento in poi ha preso a parlare al plurale e che appena il lockdown è finito ed è stato possibile ha invitato per un weekend in campagna pure noi, gli amici di D., per conoscerci. Fatto sta che l’altra sera D. lo chiama. E lui non risponde. Dopo due minuti e mezzo lo richiama. Lui ancora non risponde. Allora lei, che era già in pigiama, senza nemmeno vestirsi e infilarsi la mascherina prende il motorino, va da lui, trova il portone condominia­le aperto, sale direttamen­te fino alla sua porta e prende a scampanell­are, pazza. Lui apre: prima di tutto è felice di vederla. Che sorpresa, le dice. E sorride. È un po’ imbarazzat­o perché, le spiega, quando gioca il Milan lui fa così, si abbrutisce – e le indica i resti di una pizza surgelata sul tappeto davanti alla television­e. D. balbetta che l’aveva chiamato, lui si scusa, forse avevo lasciato il cellulare nella giacca, non ho proprio sentito. Vieni qui, abbracciam­i.

– Capite? – Ci racconta il giorno dopo. – Io ero certa di trovarlo a casa con un’altra, assolutame­nte certa.

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