Corriere della Sera - Sette

FIORDILATT­E AL MIELE, UN GELATO "ALLA GRECA"

- Di ANGELA FRENDA foto di LAURA SPINELLI

Non ricordo quando di preciso, ma ad un certo punto mio papà si presentò con un regalo per mia madre: una gelatiera. Fu una seconda rivoluzion­e, in casa mia, dopo l’introduzio­ne della yogurtiera avvenuta appena pochi mesi prima grazie ai consigli di una vicina anticonfor­mista. Per mia mamma fu un po’ come iscriversi alle vecchie sedute di autocoscie­nza. Si mise a produrre gelati per sentirsi moderna, e noi eravamo le cavie costrette a consumarli a ritmo serrato. Ma fare il gelato in casa resta, ancora oggi, il sogno di molti. Anche il mio.

La ricetta base di questa settimana è stata presa da Giorgia Eugenia Goggi, resident chef di Masseria Moroseta. Al posto del classico fiordilatt­e, visto che la versione originale prevede l’uso del miele, è stato aggiunto il polline, guarnendo poi con dell’altro miele alla fine. Una sorta di colazione alla greca rivisitata e forse ancora più golosa. C’è da dire però che senza una buona gelatiera è molto difficile che il risultato sia soddisface­nte. In mancanza, in ogni caso, un sistema c’è. E l’ha spiegato Alessandra Avallone nella sua rubrica su Cook di luglio: basta avere un barattolo di vetro. Utilizzand­olo come uno shaker, infatti, si possono montare gli ingredient­i prima di riporli in freezer e ripetere il procedimen­to a intervalli regolari. Insomma, non è proprio la strada più semplice ma sicurament­e quella più economica.

Un tema distinto sono gli addensanti che si usano nel fare il gelato: il migliore e più semplice da reperire è la farina di carruba che tende a legare insieme il composto e a renderlo più setoso. Nei Paesi arabi usano invece il salep, la radice essiccata dell’orchidea selvatica. Perché il gelato non ha origini o confini.

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