FIORDILATTE AL MIELE, UN GELATO "ALLA GRECA"
Non ricordo quando di preciso, ma ad un certo punto mio papà si presentò con un regalo per mia madre: una gelatiera. Fu una seconda rivoluzione, in casa mia, dopo l’introduzione della yogurtiera avvenuta appena pochi mesi prima grazie ai consigli di una vicina anticonformista. Per mia mamma fu un po’ come iscriversi alle vecchie sedute di autocoscienza. Si mise a produrre gelati per sentirsi moderna, e noi eravamo le cavie costrette a consumarli a ritmo serrato. Ma fare il gelato in casa resta, ancora oggi, il sogno di molti. Anche il mio.
La ricetta base di questa settimana è stata presa da Giorgia Eugenia Goggi, resident chef di Masseria Moroseta. Al posto del classico fiordilatte, visto che la versione originale prevede l’uso del miele, è stato aggiunto il polline, guarnendo poi con dell’altro miele alla fine. Una sorta di colazione alla greca rivisitata e forse ancora più golosa. C’è da dire però che senza una buona gelatiera è molto difficile che il risultato sia soddisfacente. In mancanza, in ogni caso, un sistema c’è. E l’ha spiegato Alessandra Avallone nella sua rubrica su Cook di luglio: basta avere un barattolo di vetro. Utilizzandolo come uno shaker, infatti, si possono montare gli ingredienti prima di riporli in freezer e ripetere il procedimento a intervalli regolari. Insomma, non è proprio la strada più semplice ma sicuramente quella più economica.
Un tema distinto sono gli addensanti che si usano nel fare il gelato: il migliore e più semplice da reperire è la farina di carruba che tende a legare insieme il composto e a renderlo più setoso. Nei Paesi arabi usano invece il salep, la radice essiccata dell’orchidea selvatica. Perché il gelato non ha origini o confini.