JAM SESSION SALE PROVA TUTTE VIRTUALI PER IL POPOLO DEI MUSICISTI
Lockdown dopo lockdown, in ogni parte del mondo sale prova, cantine, garage, taverne e studi di registrazione si sono quasi tutti necessariamente svuotati. Ma i musicisti non si sono mai arresi al silenzio imposto dal Covid e hanno cominciato a darsi appuntamento online, dove hanno trovato ad aspettarli miriadi di siti web dedicati. Alcuni si sono aperti e chiusi nel tempo di una rullata di batteria, ma altri sono cresciuti a dismisura e sono diventati un punto di riferimento per chi, professionista o semplice amatore, non ha nessuna intenzione di rinunciare a suonare (o a cantare).
A partire da JamKazam, piattaforma che rappresenta un luogo di incontro virtuale per ogni tipo di musicista: ci si iscrive, si dichiarano il proprio strumento, il livello tecnico raggiunto, i generi preferiti e poi ci si collega. A questo punto si può decidere se cimentarsi con i componenti della propria band oppure se partecipare a una delle tante jam session già aperte in giro per il pianeta: dopo un breve pre-ascolto si può chiedere “permesso” e, una volta accordato, entrare nel vivo della performance, suonando la propria parte; e così ci si può magari ritrovare a condividere i pezzi dei Beatles con un chitarrista di Stoccolma, un pianista di Mumbai, un bassista di Tokyo e un batterista del Kentucky (fuso orario permettendo).
Qui si fondono le tracce JamKazam è solo uno dei tanti tool che offre ai suoi utenti un approccio valido e completo, ma è sicuramente tra i più evoluti e dinamici; a gennaio ha organizzato un festival di classica e per febbraio ha pensato a una rassegna di musica corale. Altre piattaforme come Ninjam, JamTaba o Jamulus sono delle specie di “Skype per musicisti” e ospitano sale prova virtuali, ma per suonare in compagnia esistono anche programmi che mettono a disposizione sound-libraries, ambienti di equalizzazione per chitarra e
di dispositivi in grado di garantire il collegamento di qualsiasi strumento al computer, tra mixer, interfacce Usb o device come quelli firmati da IK Multimedia, brand italiano con una forte vocazione internazionale, che ha ideato una serie di soluzioni che hanno ridefinito gli orizzonti della musica digitale, tra software e app, microfoni e speaker, tastiere midi e sintetizzatori, adattatori per chitarra e amplificatori.
Barriere di plexiglas
E in tempi di DAD ed emergenza sanitaria, anche una istituzione d’eccellenza come il CPM Music Institute di Milano (scuola di Alta Formazione Artistica e Musicale fondata e diretta da Franco Mussida) ha affiancato le attività in presenza con specifici corsi online e con lezioni virtuali interattive che si svolgono sulla piattaforma Microsoft Teams. Come ci ha raccontato lo stesso Mussida – già storico chitarrista della Premiata Forneria Marconi – «il lockdown genera nostalgia, ma anche innovazione, e in questi mesi il CPM ha lavorato al meglio per ridurre il disagio degli studenti, che per noi sono sempre al primo posto. Ma la musica è un linguaggio che necessita della corporeità per esprimere tutto il suo potenziale; è un’esperienza immersiva che coinvolge l’essere nella sua globalità intellettuale, volitiva e, soprattutto, emotiva. Il nostro lavoro non è passarci notizie e informazioni, ma è appunto emozionare, e abbiamo sempre bisogno di “respirarci”. Speriamo cadano presto tutte le barriere, anche i plexiglas nelle aule di canto, che si possa presto tornare a imbracciare le chitarre e ad accendere mixer e amplificatori». E a quel punto, chi potrà più fermare la musica?