Due anziane signore, l’amore senza coming out
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Caro Massimo, è quasi un anno che se n’è andata la mia dolcissima e amatissima compagna di una vita, vissuta con vero amore per oltre quarant’anni, una vera coppia, lei che mi è stata amica, sorella, figlia, madre, famiglia, alleata, complice, insomma: tutto. Noi due, diversissime di carattere, ma identiche in tutto, condividevamo ogni cosa, in un’unione perfetta (che sempre stupiva noi per prime, reduci da precedenti e deludenti unioni), ma controcorrente e clandestina, per rispetto delle nostre famiglie, che sapevamo non pronte ad accogliere questo legame. Un coming out è certo più accettato e perdonato tra persone giovani, che non tra due anziane signore, no? Quando, quasi improvvisamente, lei se ne andò, stavamo purtroppo lontane e, causa virus, mi fu impossibile partire per starle ancora vicina e dirle, non «addio», ma «a presto». Com’ è stupido che, da vivi e felici insieme, si pensi così poco alla morte… Da allora, senza di lei, non so più vivere, anzi, sopravvivo infelicissima. È stata, ed è anche ora, il mio pensiero costante, del giorno, della sera e del mattino, sempre che riesca a dormire e purtroppo mi manca anche il conforto di sognarla. Mi manca indicibilmente e sempre continuerà a mancarmi: io, che pure ho superato, anche con lei, difficoltà, disagi, malattie anche gravi; io che posso sempre contare, per affetto, compagnia e, al caso, assistenza, su un impagabile contesto familiare. Ma niente può distrarmi o consolarmi della sua assenza, tanto meno confidarmi con qualcuno… guardo in alto e vorrei tanto credere che, ovunque sia, mi stia vedendo: vorrei da lei solo un segno, magari il suo viso o la sua voce che mi dicesse «sto bene, non preoccuparti, nulla è cambiato, siamo sempre quello che eravamo l’una per l’altra». Dirò una banalità, ma la vera felicità si vive solo con qualcuno, mai da soli. Vorrei davvero il rewind, anche solo per pochissimi istanti, ma come giustamente hai scritto, il rewind non esiste mai, per nessuno, e io devo solo andare avanti, purtroppo.
Claudia
CARA CLAUDIA, mi ha fatto tanto piacere pubblicarti, anche se non ho niente da risponderti. Niente che non suoni retorico, pretestuoso o banale. Le cose che andavano dette le hai già scritte tutte tu. Mi auguro che le tue parole aprano la mente e il cuore di chi si ostina a considerare contronatura i sentimenti intimi e assoluti che possono unire due persone dello stesso sesso. Non c’è ostentazione né compiacimento polemico in quello che ci hai raccontato. C’è l’amore come dovrebbe essere sempre, e come non è quasi mai. L’amore fuori dal tempo, l’amore oltre la morte (a-mor) e quindi immortale. Sul piano animico tu e la tua compagna non avrete bisogno di ritrovarvi perché in realtà non vi siete mai perse.
Caro Massimo,
«LA NOSTRA È STATA UN’UNIONE PERFETTA, MA CLANDESTINA. ORA CHE LEI NON C’È PIÙ, NON RIESCO A CONSOLARMI. NÉ A CONFIDARMI»
Chi desidera, chi disprezza, chi muore desiderando. Vedovo da 8 anni, oggi 93 enne, pensionato, da tempo tento inutilmente di stabilire un buon rapporto con Signora indipendente minimo 65enne, disponibile a convivere con me in assoluta serenità gli anni che ci rimangono. Per