Black Renata, transfuga d’amore
lugubri e vestiti di nero, neri i giubbotti bomber e neri gli anfibi, le teste pelate e qualche braccio lungo nel saluto romano. Gira pure una foto della Polverini con il braccio bello teso: ma lei smentisce, minaccia querele, perché quello – spiega – è solo un fetente fermo immagine (ma magari era solo un crampo, è passato così tanto tempo).
Comunque erano vere, forti e vere le sue urla quel pomeriggio su ai Castelli Romani, nella piazza di Genzano. Una decina di compagni d’un centro sociale che scandivano slogan polemici e lei che dal palco, la faccia schifata, gridava: «Nun me faccio mette paura da na’ zecca come te!». Del resto, pur avendo guidato un sindacato, l’Ugl, che aveva un numero di iscritti esiguo, arrivò a farsi eleggere addirittura governatrice del Lazio: da lì – tra un’ospitata tivù e qualche invito giusto nei salotti romani – Renata Polverini
finisce alla corte dello Zio Silvio, che l’accoglie generosamente, convinto fosse anche un po’ compito suo, grande leader del centrodestra, reclutare pure qualcuna di destra. Giorgia Meloni sostiene che in realtà «Renata, negli ultimi anni, non ha fatto mezza cosa di destra». Scarne notizie di attività parlamentare (a parte il clamoroso schierarsi a favore d’un provvedimento contro l’omotransfobia). Sui giornali e sui siti, Renatona ci finisce solo qualche giorno fa. Quando, al culmine di un profondo travaglio ideologico, molla FI e cerca di difendere con un voto di fiducia il governo Conte II, saltando sulla carrozzella dei “responsabili”. Alcuni gentiluomini forzisti si sentono traditi e invece di mantenere un profilo alto, sbracano indecenti. Facendo filtrare il gossip: la Polverini se ne va travolta da una storia sentimentale con Luca Lotti, che sta nel Pd (quindi, una zecca: tu guarda l’amore che fa). Vendetta bassa, volgare, disgustosa. Anche perché poi sottolineano pelosi: lei ha 58 anni, lui 38. E allora? Brutti cialtroni che non siete altro. Mai una volta che si provasse a fare politica, mai (anche per imparare, in futuro, a sceglierle meglio, le candidate).
Ai comizi di Renata Polverini, che adesso fa la democratica “responsabile” dopo anni trascorsi dentro Forza Italia, c’era sempre una bella folla di destra, simpatizzanti e spesso militanti anche tosti, camerati veri come quelli di CasaPound,