Negare sempre, negare tutto La Tanzania contro il Covid
Cosa gli passerà mai per la testa? È la domanda più benevola che viene in mente davanti alla strenua resistenza di John Magufuli, presidente della Tanzania, contro il Covid. Non per l’opposizione al virus. Per la sua negazione: da noi – dice – non esiste, fermato dalle preghiere, mica dalle mascherine, scoraggiate e quasi vietate. Siamo ben oltre il drammatico fallimento delle politiche svedesi: Magufuli, il conto di morti e contagi l’ha fermato a maggio. Né sembra smosso dall’ultima notizia, il vicepresidente di Zanzibar (territorio semiautonomo) colpito con moglie e consiglieri. In Tanzania il Covid non c’è. Negare, negare tutto. Anche l’uso del vaccino, nonostante l’insistenza dell’Oms, (e anche una misteriosa malattia letale comparsa ora in una zona rurale). Peggio: «Se fossero capaci, avrebbero un vaccino per Aids e cancro». E chi non crede al valore delle preghiere – perché poi farlo, se anche la Chiesa locale dice che i funerali si moltiplicano... – passi alla medicina tradizionale versione “movida analcolica” con un cocktail allo zenzero. Manca solo l’ombrellino. Eppure Magufuli, 61 anni, in carica dal 2015 (rieletto a ottobre col 58%) sa che di Covid sono morti pure due ex presidenti del vicino Burundi. E il negazionismo anti scientifico si scontra con chi teme che l’Africa, fra vaccinazioni in ritardo e choc economico, arretrerà di 10 anni. Gli unici a poterlo spiegare forse sono i molti struzzi dei parchi. Ma la realtà travolge sempre gli struzzi.