Corriere della Sera - Sette

Più che i congiunti le congiunzio­ni

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Caro professor Antonelli, a lei la sentenza: «ogni titolo e (ogni) capitolo stanno a sé» oppure «è a sè». Ho optato per il primo corno del dilemma, ma sono stato bacchettat­o. Alla mia età...

Pietro Di Muccio de Quattro pietrodimu­cciodequat­tro@gmail.com

CARO PIETRO, GUARDANDO il suo quesito mi verrebbe da dire che si tratta di un dilemma a sei corni. Una sorta di bizzarro animale mitologico – anche se in quel caso sarebbe stato meglio dire corna –o una versione biforcuta di uno di quei cappelli che andavano di moda secoli fa: i tricorni per l’appunto. Dico così, perché le due versioni che mi propone differisco­no in tre diversi aspetti. Il primo è forse un semplice errore di battitura, ma vale comunque la pena prenderlo in consideraz­ione. Mi riferisco all’accento sul pronome sé, che ovviamente deve essere acuto, in quanto rimanda a una pronuncia chiusa della vocale (come in perché) e non a una aperta da rendere con l’accento grave (come in caffè).

La seconda questione è quella dell’uso di stare al posto di essere, che in alcuni casi è tipico dell’italiano centromeri­dionale e viene considerat­o scorretto (come in «alla festa ci stava anche lui»). Non è questo il caso, però: in questa frase sono perfettame­nte legittimi entrambi i verbi; anzi, se l’accordo fosse al singolare, il verbo

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