NEL 1991 PUBBLICA IL SUO PRIMO STUDIO DI EFFICACIA: LA PSICOTERAPIA PER CHI SOFFRE DI UN DOLORE CIECO E FURIOSO CAMBIA PER SEMPRE
tua vita debba esserlo». L’argomento risulta efficace, solo che è una mossa da terapeuta cognitivista, vecchio stile per giunta. Al di là di questa critica, nel 1991 Linehan pubblica il suo primo studio di efficacia e la psicoterapia per chi soffre di un dolore cieco e furioso cambia per sempre. La sua miscela di accettazione radicale — «mi vai bene per ciò che sei nel tuo nucleo» — e di spinta al cambiamento — «e detto questo, posso insegnarti qualcosa per vivere una vita dignitosa?» — è vincente e uno psicoterapeuta che oggi non segua questa logica lavora con strumenti spuntati. Tutti gli approcci che poi sono risultati di pari efficacia le sono debitori. Eppure il funzionamento psichico di una delle scintille di quella che definisco la rivoluzione esperienziale in psicoterapia mi rimane misterioso, anche dopo un racconto di sé di potenza e sincerità torrenziali. Cercavo nelle pagine i motivi dei tanti cambiamenti nella sua vita e non li ho trovati. Così come le ragioni della caduta nel baratro in adolescenza si sono perse nella larghissima lacuna della memoria, ogni sua svolta arriva senza ragione, sembra tutta una sequenza di illuminazioni e decisioni improvvise, fulmini senza il preavviso del tuono.
Giugno 2010, lei è ormai un gigante della disciplina. Le arriva una lettera di Ed. Non la apre. Luglio 2010, tiene un workshop a Cape Cod, Massachussets. È sabato sera, sta per iniziare un party coi partecipanti e altre persone care. La sorella Aline è in ritardo, le telefona, riguarda Ed: «Devo dirti una cosa». Marsha Linehan chiude il telefono. Urla. Le ci vorranno alcuni giorni per riprendersi.