Corriere della Sera - Sette

I SOGNI GIOVANILI (E I BACI A RUTH) DI CARMELO BENE

-

Dopo aver attraversa­to mezzo secolo, vedono la luce i versi che l’artista affidò alla madre. Ci sono gli slanci per una donna misteriosa, squarci salentini e i primi esercizi del suo ghigno beffardo. Tra fiori e punti esclamativ­i

Che Carmelo Bene, artista totale, sia stato anche un poeta, oltre che attore, regista, drammaturg­o e scrittore, lo ha chiarito l’opera ’l mal de’ fiori, uscita nel 2000: un colpo di reni fuori dagli schemi del Novecento italiano. Ma ora che vedono la luce i suoi versi giovanili, scritti oltre mezzo secolo fa, c’è la scoperta del poeta alle prime armi e ben prima che s’imponesse il genio multiforme e provocator­e, ingombrant­e anche per sé stesso. Sono state composte tra il 1950 e il 1958 per lo più nella casa d‘infanzia dei nonni materni in Puglia, a Santa Cesarea Terme, nei dintorni salentini (Copertino, Campi Salentina, Otranto) e poi nella Roma dei primi anni, dove si trasferisc­e dopo un po’ di nomadismo scolastico, per studiare Legge, che poi abbandona per fare l’attore. Bene le diede alla madre, Amelia, che poi le ha date alla sorella di Bene, Maria Luisa, che a sua volta le ha affidate al figlio Stefano De Mattia, che le ha conservate, come racconta nella nota al volume che esce da Bompiani il 4 marzo. «Mia nonna – ci racconta Stefano De Mattia – è stata la prima a percepire la vera anima di mio zio Carmelo nella sua essenza, forse anche aiutata oltre che dal cuore di mamma, da quelle poesie giovanili che ha custodito con tanto amore». De Mattia le descrive così: «Una poliedrica visione dell’essere e dell’esistito, ed il suo contrario».

Il titolo Ho sognato di vivere! èil primo verso di un testo che svela il gusto per il paradosso, sublime e beffardo, che sarà una delle cifre future di Bene e qui è risolto con un ghigno onirico: «Ho sognato di vivere: era bello! / Seguì un risveglio brusco: / pensai alla morte / e mi misi a ridere!». Nella poesia

 ??  ?? Pagina manoscritt­a de tratta dal volume Ho sognato di vivere! (Bompiani): «Nel mio terreno fertile di speranze soltanto / e di progetti seminati male, /raccoglier­ò abbondanza / d’amarezza; come un bimbo /ingenuo e fiducioso /che abbandoni al terreno i noccioli di pesca, / convinto di tornar
domani, a coglier / i fiori rosei!»
Pagina manoscritt­a de tratta dal volume Ho sognato di vivere! (Bompiani): «Nel mio terreno fertile di speranze soltanto / e di progetti seminati male, /raccoglier­ò abbondanza / d’amarezza; come un bimbo /ingenuo e fiducioso /che abbandoni al terreno i noccioli di pesca, / convinto di tornar domani, a coglier / i fiori rosei!»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy