LAGEDER, DI PADRE IN FIGLIO LA FAMIGLIA BIO-DINAMICA
«Si dice che i figli di chi vive sulla terra cercano altro: una vita meno gravosa, più pulita, più differenziata. Soprattutto, più altrove». Lo scrittore-musicista Massimo Zamboni vive sull’Appennino e scruta senza retorica i cambiamenti dell’agricoltura. Quella di Clemens Lageder, figlio di Alois, è la storia di un figlio che rimane in un’azienda “biologico-dinamica” che esiste da due secoli a Magrè, in provincia di Bolzano. Il padre, Alois Lagader, pioniere della qualità dei vini altoatesini, gli ha trasferito lo scettro. Ora Clemens, 34 anni, guiderà la tenuta, affiancato dalla sorella Helena (brand ambassador) e Anna (eventi).
«Avevo 5 sorelle maggiori», racconta Alois, «i miei genitori pensarono che il capo poteva solo essere il maschio. Ereditai tutto. Ora ho 70 anni, ho deciso di ritirarmi, non sono ammalato né stanco. Ma è giusto che i giovani vadano avanti. Ho diviso la proprietà in modo uguale per i figli. Clemens si è reso disponibile alla totale gestione operativa. Alla prossima generazione entreranno in gioco i nipoti, lui sceglierà il più idoneo per la successione. Ha studiato Sociologia, Enologia e Viticoltura, ha lavorato in mezza Europa e negli Stati Uniti. Tocca a lui».
Quando fu Alois a debuttare, il vino veniva venduto quasi tutto sfuso. Le piccole aziende non riuscivano a stare al passo con le cantine sociali sul prezzo. L’unica strada era puntare sulla qualità. Un incontro con Robert Mondavi, grande produttore californiano, lo convinse a innovare, cambiando la cura delle viti e la dimensione delle botti. Ora consegna al figlio 155 ettari di vigneti, con una produzione annua di 1,2 milioni di bottiglie. Una delle etichette simbolo da 30 anni è il Löwengang Chardonnay, ora con l’annata 2017, campione dell’intreccio freschezza-sapidità.
«Non ci sarà una rivoluzione ma una evoluzione», promette Clemens, «continueremo a migliorare in modo cauto e flessibile. È un momento duro per subentrare a mio padre. Ma ce la faremo. Ogni anno tutta la famiglia si riunisce per due giorni, prima in un monastero, ora in un maso. Discutiamo, anche litighiamo, ma alla fine facciamo chiarezza sul nostro futuro». Così Clemens, il figlio che resta nella sua terra, continuerà, come un personaggio di Zamboni, a essere «padrone e custode del territorio assegnato».