Corriere della Sera - Sette

PORTANO IN ALTO I PROFUMI

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Chi è abituato a bere whisky o rum lo sa benissimo. Con loro, le super gradazioni sono del tutto sdoganate. Anzi, ormai è quasi più facile trovare spiriti di qualità sopra i 50 gradi che non intorno ai classici e rassicuran­ti 40º. Eppure, se dici a chi beve giusto un Gin Tonic ogni tanto che il Lagavulin 12 anni che stai bevendo è a 58,6° ti guarderà in modo strano. E se scoprisse che il gin del tuo Martini è a 57º penserebbe che hai bisogno di un aiuto. Una buona parte degli spiriti di fascia alta sono quelli che vengono chiamati cask strength, full proof, barrel proof e altre diciture che stanno a specificar­e che lo spirito è imbottigli­ato così come esce dal barile d’invecchiam­ento, senza diluizione. Costano in genere più cari, ma va anche detto che con queste bottiglie non pagate l’acqua, anche se di nobile fonte, al prezzo del distillato. Il prezzo fa sì che questi spiriti siano meno utilizzati nei cocktail e nei drink. Il che è un peccato. L’alcol non soltanto porta in alto i profumi, ma attribuisc­e al cocktail una maggior definizion­e dei sapori. Un esempio tipico è il Manhattan: se fatto con un whisky di segale (rye) ad alta gradazione è quasi sempre meglio che con il corrispett­ivo a grado moderato. Con il Wild Turkey 101 (50,5°) il vostro drink viene meglio che con il classico a 40,5°. Provate.

GLI SPIRITI A 50°

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